La pesca dello spot Esselunga che tanto irrita i «sedicenti» progressisti.
Individui per i quali «trattasi di slogan reazionario» e cosi allontanano il conflitto politico dai problemi seri
TEANO (Claudio Gliottone) – Sarà un caso, ma nella mitologica storia dell’Umanità il “pomo” ha sempre rappresentato un motivo di grande scompiglio.
Cominciando dal pomo che Eva chiese ad Adamo di cogliere dall’albero dell’Eden e che le costò l’ira di Dio e la cacciata dal Paradiso; e continuando col pomo d’oro che Eris, la dea della discordia, dopo avere inciso su di esso la frase “alla più bella”, irritata per non essere stata invitata al banchetto nuziale di Peleo e Teti, scagliò sul tavolo attorno al quale sedevano Era, Afrodite e Atena.
A giudicare quale fosse la dea più bella fu chiamato Paride, Principe di Troia, considerato uomo giusto e leale; ma tale non si dimostrò, perché fu corrotto da Afrodite, la dea dell’Amore, che gli promise l’affetto della donna più bella del mondo. Paride le assegnò il premio e ne ebbe in cambio l’amore di Elena, moglie di Menelao: ne seguì la “guerra di Troia” durata dieci anni con tante vittime e la distruzione della città.
Di episodi simili, riconducibili alla presenza di un “pomo” ne sono stati riportati, dalla fantasia popolare, altri, tanto da farne per antonomasia il portatore di “discordia”.
L’ultimo in ordine cronologico sembra essere rappresentato dalla “pesca” che, in una pubblicità televisiva della Esselunga, una bimba chiede alla mamma di comprare e che poi, in separata sede, consegna al padre separato, affermando che sia stata la madre, di lui ex-moglie, a mandargliela.
Apriti cielo!!!!!!
Una solenne levata di scudi di tutti i sedicenti (lo ricordate quest’aggettivo riferito alle Brigate Rosse giusto per porre un costante dubbio sulla loro reale esistenza?) “progressisti” che hanno visto in questo slogan un reazionario segno di difesa della “famiglia” e di contrasto al diritto di divorzio, di omosessualità, di aborto, di libertà personale e via discorrendo!
Orbene, è semplicemente esaltante la fertilità fantasiosa di questi individui nel creare ed alimentare contrapposizioni ideologiche, magari asservite ad altri interessi di parte.
Una fertilità che però non li porta a comprendere che, oltre alla libertà personale, che non deve mai essere spinta oltre i suoi estremi, esistono anche altri diritti come quelli alla serenità, al godimento spirituale, alla prospettiva di vita non diversa da quella degli altri, al rispetto della sensibilità individuale, nei bambini spesso molto più grande ed avvertita che non negli adulti, ed alla possibilità di esprimerla come solo un bambino sa fare!
Questi “super-ideologizzati” ignorano che la “libertà” non significa “poter fare tutto quello che mi piace e mi fa comodo”.
Ignorano che la libertà rappresenta la massima aspirazione di vita perché è la sola cosa ad avere il più grande merito: quello dell’”autolimitazione” che trova i limiti della mia laddove comincia la tua e quella degli altri.
E la libertà di un bambino ad essere sereno ed uguale a tanti altri non vale assolutamente meno di ogni altra; e concediamogliela sereni anche noi. O, almeno, concediamogli di chiedergli di averla, senza alcuna progressista “masturbazione mentale”.
E questo anche perché la “pesca”, biologicamente parlando, non è un “pomo”, ma una “drupa”!