Curiosità Politica

Compie 6 mesi la buca stradale di via Orto Ceraso, l’ira dei cittadini esasperati.

La via trasformata a senso unico alternato e il pericolo è indicato con un segnale di divieto di sosta.

TEANO (EZ) – Una buca stradale, presente da sei mesi in via Orto Ceraso a Teano, sta mettendo a dura prova residenti e automobilisti di passaggio. Senza contare la rabbia dei residenti che continuano a segnalare il disagio senza che accada nulla. Oggi quella strada si chiama via Vincenzo Mancini, ma cambiargli nome non ne ha cambiato la sorte. Si sospetta che la buca possa essere causata dal cedimento di una qualche infrastruttura sotterranea, dallo smottamento di uno scavo effettuato da una società di servizi o dal Comune stesso. L’assenza di interventi tempestivi per verificare e riparare il danno lascia aperte molte domande. Quando due veicoli provengono da direzioni opposte e si incrociano, quello che si trova di fronte al cartello di divieto di sosta è costretto a fermarsi.

A questo punto, si verifica una situazione paradossale e tipica della nostra realtà: l’automobilista, vedendo il divieto, potrebbe essere indotto a non fermarsi, rischiando conseguenze pericolose. Al di là dell’ironia, è inaccettabile che nel 2023 si debbano ancora affrontare situazioni così assurde: un cartello di divieto di sosta utilizzato per segnalare una buca in mezzo alla strada?

Tra l’altro, la segnaletica posta all’opera è del tutto fuori norma. Innanzitutto, è errata, sbagliata e fuori posto. Inoltre, il supporto di sostegno (la piantana che regge il segnale) alla base non è dotato degli appositi sacchetti di sabbia anti-ribaltamento, obbligatori per legge e atti ad evitarne il ribaltamento in caso di vento o urto da parte di un autoveicolo. Il fatto è che a pagare è sempre il cittadino, attraverso le tasse.

Altrimenti, non si spiegherebbe tanta approssimazione. Infatti, numerose sentenze passate in giudicato affermano che l’ente o la ditta che colloca la segnaletica proprio a ridosso del pericolo stradale è obbligato a risarcire eventuali danni. Questo principio è stato ribadito dalla sezione civile del Tribunale di Larino, con sentenza n. 282/2015, che ha accolto il ricorso di un motociclista contro l’amministrazione comunale.