Politica

Magellano all’Ente Idrico. E il Consigliere delegato all’idrico Zanni: lasciato al palo.

I giochetti politici della maggioranza: una punizione impartita al «ribelle», su ordine del «sindaco ombra».

TEANO (ELIO ZANNI) – No, non c’è nessun dubbio e non bisogna aspettare proprio nessun comunicato ufficiale: Alessio Magellano, consigliere comunale di maggioranza perfettamente allineato e coperto, oltre che politicamente perfettamente inserito nel «sistema Scoglio», è candidato a rappresentare il comune di Teano presso l ‘Ente Idrico Campano a Caserta. Le liste sono già state presentate e c’era tempo per farlo solo fino alla mezzanotte di ieri, 21 settembre 2024. Ma poi è anche superfluo parlare di liste e candidati, perchè salvo gli agnelli sacrificali: lì ci si candida per essere eletti. Il Pd si è politicamente tirato fuori ma non Giovanni Zannini con la sua lista “Acqua al Centro”. Per cui se abbiamo capito tutto ad Alessio faremmo bene a fare direttamente gli auguri e i complimenti e non ne parliamo più. Anche se per lealtà tra colleghi consiglieri non doveva accettare questo compromesso ai danni di Zanni. Alessio hai sbagliato e ti sei fatto consigliare male. Questo compromesso ti invecchia di 40 anni e ti rispedisce alla politica dei giochetti della vecchia Democrazia Cristiana. La battaglia di Magellano è stata una «non battaglia», vinta politicamente, a tavolino, e vi spieghiamo perché.

Per farlo, ci corre proprio l’obbligo di parlare dei morti e dei feriti lasciati sul campo di battaglia durante le grandi manovre della «operazione Magellano junior», figlio dell’ex consigliere comunale Franco Magellano. Sì, perché è inutile negarlo, lo capirebbe anche una capra che il candidato in fieri per l’Ente idrico, il candidato potenziale, il candidato in attesa, il candidato ideale per quella precisa candidatura presso l’Eic, era il delegato all’acquedotto (sempre con delega senza portafoglio…), che si dedica da due anni e mezzo – nel bene e nel male, questo poi lo vedremo – a seguire le sorti e i problemi della rete idrica comunale. Facciamo nome e cognome. Si tratta del consigliere comunale di maggioranza Guido Zanni, ribattezzato Mister No nelle fila dell’esercito degli alzatori di mano di Scoglio. Un refuso, un errore generato dal sistema sidicino a combinazioni di famiglie. Capita.

Perciò nessuno può capire Zanni meglio di noi. Come giornale non allineato che si becca venticelli di «stampa ostile» e per questo destinatario solo d’informazioni istituzionali rigorosamente di seconda mano – che decliniamo con un secco «no grazie» – possiamo capire perfettamente quello che può essere successo a Zanni. «Il consigliere ribelle» è stato punito. Intorno a Zanni si è creato un muro di ostilità. Questo, già da quando fece circolare voce (alimentata da sue stesse confidenze) di una sua intenzione di creare un secondo gruppo di maggioranza o per lo meno di comportarsi in maniera del tutto autonoma nei momenti di voto. Detto, fatto. Al Consiglio comunale del 30 agosto 2024, non creò un gruppo ma fece una cosa che ci somiglia molto: si astenne: negò il suo assenso all’approvazione della relazione per l’appalto dei servizi cimiteriali. Osò ribellarsi al «sistema Scoglio». Un sgarro politico da punire secondo la teoria: punirne uno, per intimidirne cento.

È da quel momento che, come osservatori esterni, ci par di capire che sia iniziata per lui una sorta di «mobbing politico». La vocazione autonoma di Zanni, che non ha sopportato l’incremento delle bollette idriche e dei servizi cimiteriali, potrebbe non essere andata giù al sindaco eletto. Peggio ancora: potrebbe essere andata di traverso al «Sindaco Ombra» che, infatti, alla prima occasione utile gli ha letteralmente tagliato le gambe, cambiandogli le carte in tavola. Zanni ha fatto centinaia di telefonate per segnalazione e far riparare le perdite idriche? Cestinato. E quello che ha fatto per le buche nelle piazze delle frazioni? Cestinato. È stato il promotore dell’Accordo quadro? Cestinato. Promotore del Distretto del commercio? Cestinato. S’impegna e sta pensando di fare delle cose in altri settori come il Commercio, le attività produttive, il mercato e lo sport? Cestinato.

Dove sono le prove? Chi dice queste cose, chi scrive? La stampa ostile? No. A parlare sono i fatti e il fatto che al tavolo casertano dell’Ente Idrico Campano non è stato candidato Zanni, ma un fedelissimo, un giovane Mister Sì, un promettente governativo con un certificato genealogico alle spalle lungo come un lenzuolo di una totale dedizione al potere politico. Che farà ora Zanni, lo sa solo lui. E anche se lo sapessimo, non lo diremmo mai. L’ultima volta, solo per anticiparne crete sue intenzioni – soffocate dall’opera delle colombe, dei falchi e degli sciacalli che gli si scagliarono contro – ci sentimmo poi apostrofare da Scoglio, con altre parole, pensate un po’, di essere degli «inventori di favole». Come rispondere a simili accuse senza apparire maleducati? Meglio inventori di favole che creatori di incubi di una politica fatta da giovani, ma con metodi vecchi di 40anni fa.