Politica

Dopo 18 anni di attesa Teano si ricorda di Vincenzo Mancini arriva la prima strada.

Ma per ora c’è solo via Mancini. Le vie dedicate a Perlasca e Zupo ancora in attesa.

TEANO (Pietro De Biasio) – C’è voluto solo un attimo…diciotto anni. Tanto è passato dal 2006, quando l’amministrazione comunale di Teano decise, tra delibere e decreti, di intitolare alcune strade a personalità che hanno lasciato il segno nella storia. Uno di quei momenti in cui, sulla carta, la politica si spende per il ricordo collettivo, ma nella realtà sembra più impegnata a esercitarsi nella sua vera vocazione: dimenticare. Per carità, qui non si parla di quei soliti sconosciuti che la toponomastica nostrana ama tanto elevare a miti locali. No, qui si parla di figure come Vincenzo Mancini, Giorgio Perlasca ed Enrico Zupo.

Gente che un contributo alla società l’ha dato davvero. Eppure, nonostante deliberazioni comunali e autorizzazioni prefettizie, come quella del 22 giugno 2007, che avrebbe dovuto dare il via libera definitivo, i sindaci che si sono succeduti hanno preferito ignorare l’impegno preso. Un paese «smemorato» scrivemmo nel dicembre 2022 (LEGGI QUI). Oggi, finalmente, la situazione sembra sbloccarsi e sorpresa delle sorprese, il miracolo si è compiuto, o almeno in parte. Diciotto anni dopo, si sono finalmente accorti che c’erano strade da intitolare. Fra le prime vie a ricevere una nuova identità c’è quella che oggi è ufficialmente «via Vincenzo Mancini», dedicata a un concittadino illustre. Il merito? Andrebbe attribuito al consigliere di maggioranza Guido Zanni e alla maggioranza guidata dal sindaco Giovanni Scoglio. Per chi non lo sapesse e probabilmente a Teano qualcuno ancora non lo sa, nacque qui nel 1931. Figlio di una famiglia umile, crebbe tra l’Azione Cattolica e il rigore della formazione religiosa del vescovo Felice Leonardo.

Da lì, iniziò una carriera che lo portò alla Democrazia Cristiana, diventando prima consigliere comunale e poi sindaco di Teano, dal 1960 al 1968. E non fu un sindaco qualunque: sotto la sua amministrazione, la città visse il suo «decennio d’oro», con una crescita economica e sociale che oggi sembra più un sogno che una realtà. Mancini non si fermò qui: nel 1968 approdò in Parlamento, dove rimase per sette legislature, lavorando con figure del calibro di Giulio Andreotti, Aldo Moro, Paolo Bonomi e Francesco Cossiga. Tra le sue eredità, la relazione sulla proposta di legge dello Statuto dei lavoratori, che nacque proprio a Teano, nella sua casa. Un dettaglio che suona quasi ironico, considerando la lentezza con cui il suo stesso paese ha reso omaggio alla sua figura. A Roma, nel quartier generale dell’INPS, c’è una sala intitolata a lui, accanto a quella di Aldo Moro. Ma a Teano, per vedere una via con il suo nome, c’è voluto quasi un ventennio. E adesso, dopo aver scoperto che il miracolo si può fare, non resta che attendere le altre due strade promesse e mai realizzate: quelle intitolate a Giorgio Perlasca ed Enrico Zupo.