Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di scioglimento del comune Calvi Risorta.
La conferma della serietà della vilipesa «stampa ostile». La soddisfazione del Consigliere Taffuri.
CALVI RISORTA (ELIO ZANNI) – Scioglimento del Comune di Calvi Risorta, silenzio: parla la Gazzetta Ufficiale. Una pubblicazione che suona come una conferma di quanto già detto e pubblicato anche da altre testate giornalistiche, oltre che dalla solita – così definita, anche nell’Agro caleno – «stampa ostile». Si tratta di una pubblicazione che rappresenta l’inizio di molte cose, ma anche la conclusione di altre. Tanto per cominciare, anche per i più scettici, ora appare chiaro più che mai il grosso guaio nel quale si sono andati a infilare gli ex amministratori pubblici caleni. Che dire poi della nuova gravissima lesione d’immagine inflitta al Comune di Calvi Risorta? Una città che ancora non si era ripresa da quel baratro nazionale in cui era caduta perché indicato come «territorio ospitante la discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa»? Povera Calvi.
Dalla lettura emerge chiaramente che la situazione è pesante, per il Comune e per la politica locale che ha «disamministrato» la città negli ultimi anni. Il documento fa più volte accenno ai vertici dell’Ente e quindi al sindaco, vicesindaco e al responsabile dell’area tecnica, alle pressioni e alle compromissioni – almeno quelle emerse dalle indagini e riportate nei dispositivi – delle figure di spicco locali con i referenti dei clan camorristici. Senza la necessità di fare nomi e cognomi, il decreto fa però anche riferimento «alle denunce presentate da un consigliere comunale». Di chi si tratta? Chi è questa misteriosa figura di giustiziere caleno? Ebbene sì, questo Consigliere comunale di minoranza ma con la «C» maiuscola «e ne sono fiero» risponde al nome di Vito Taffuri.
Apostrofato in vario modo, messo in croce e alla berlina con il letale venticello della calunnia, insultato pubblicamente dai palchi dei comizi elettorali, Taffuri ha sempre stretto i denti ed è andato avanti. È andato avanti nella sua azione di consigliere nell’ambito del Civico consesso, ma è andato avanti anche come semplice cittadino, rapportandosi con pochi e fidati amici, e raccogliendo opinioni, impressioni, notizie e documenti che gli hanno poi permesso di aiutare la legge ad accertare e probabilmente ristabilire, dopo i dovuti e necessari passaggi in tribunale, la legalità a Calvi Risorta. La sua è stata un’opera lunga e meticolosa, da casa propria, dalla strada, dalla sala del Consiglio comunale, dalla «località segreta», con la quale si è procurato pochi amici e tanti nemici. Imprenditori e politici hanno cercato di fermarlo in tutti i modi ( a parte le lettere anonime e i pacchi contenenti oggetti simbolo di minaccia fisica) soprattutto con quell’arma impropria di intimidazione legale che per i giornalisti si chiama querela per diffamazione. Ha ricevuto un numero impressionante di querele, ma nessuna condanna. Tutto questo significherà pure qualcosa, o no?
Hanno persino tentato di tappargli la bocca, di mettergli la mordacchia, di togliergli la libertà di parola. Come? Semplice: segnalando come nocivi, pericolosi e istiganti all’odio e alla violenza i suoi canali social; anche qui, a un certo punto, Taffuri ha fatto di necessità virtù: ha imparato a difendersi. La sua è stata un’opera politica e sociale, anche rischiosa. Non a caso, Taffuri è in regime di sorveglianza dinamica da parte dell’Arma dei Carabinieri. Per tutto questo, Taffuri, ex agente di Polizia penitenziaria in quiescenza, ideatore dell’evento «Premio legalità e sicurezza pubblica» meriterebbe un riconoscimento pubblico, ufficiale e istituzionale. Un’altra cosa che andrebbe riconosciuta a Taffuri è una posizione di rilievo nell’ambito delle liste elettorali che sicuramente si andranno a formare a ridosso del prossimo appuntamento con le urne locali. Lì vedremo se, mascherati con altri nomi, altri volti e differenti gradi di parentela, cercheranno ancora una volta di riciclarsi, tenteranno di nuovo la scalata al potere, i soliti personaggi caleni e anche magari quelli sui quali pende (sempre con beneficio d’inventario, perchè siamo garantisti convinti) la spada di Damocle della giustizia penale, oppure se ci potrà essere finalmente un ricambio. Calvi ha bisogno di un’Alternativa ai volti e ai cognomi di sempre, non di un’alternanza; come è avvenuto fino a oggi.
Tutto il resto dei problemi di Calvi, elezioni future a parte e possibili candidati, lo dice e per taluni aspetti lo svela e lo racconta l’estratto conclusivo dell’allegato al Decreto indirizzato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, per lo scioglimento del Comune di Calvi Risorta: «…In particolare, i contenuti delle menzionate relazioni hanno evidenziato la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti tra componenti dell’amministrazione locale ed esponenti della criminalità organizzata di tipo mafioso. Tali elementi, come già evidenziato, sono stati oggetto di esame e valutazione nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede il procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere e il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nel concordare sulla proposta di scioglimento del consiglio comunale, hanno sottolineato come, dall’analisi della relazione della commissione d’accesso, emerga un quadro di diffusa illegalità, evidenziando altresì che numerosi elementi emersi in sede penale denotano la forte permeabilità mafiosa dell’ente, dovuta al contesto criminale del territorio in cui insistono diverse fazioni del clan dei Casalesi.
Le circostanze, analiticamente esaminate e dettagliatamente riferite nelle predette relazioni, hanno evidenziato una serie di condizionamenti dell’amministrazione comunale di Calvi Risorta, volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale, nonché il pregiudizio degli interessi della collettività, rendendo necessario l’intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell’ente alla legalità. Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l’adozione del provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Calvi Risorta (Caserta), ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267». In relazione alla presenza ed all’estensione dell’influenza criminale, si rende necessario che la durata della gestione Commissariale sia determinata in diciotto mesi». Roma, 25 luglio 2024. Il Ministro dell’interno: Piantedosi. Decreto e relativi allegati possono essere letti ed estratti dal link ufficiale qui indicato: CLICCA QUI E ACCEDI ALLA GAZZETTA UFFICIALE E LEGGI DECRETO E ALLEGATI.