Tammaro valida col Tuel la seduta di Consiglio, stracciando il Regolamento e con tutta la Minoranza contro.
Camasso, Cataldo e Zarone abbandonano l’aula per protesta. D’Andrea e Mignacco fanno la stessa cosa, poco prima del voto sulla relazione cimiteri.
TEANO (ELIO ZANNI) – La seduta di Consiglio comunale dello scorso 30 agosto 2024 è stata dichiarata valida con la presenza di otto consiglieri della maggioranza, su decisione esclusiva del presidente Pasqualino Tammaro e su indicazione del Segretario comunale, Gaetano Pietropaolo, che ha fatto riferimento al Tuel (Testo Unico sugli Enti Locali). Questo è avvenuto senza alcun supporto, né volontario né involontario, da parte dell’intera minoranza o di alcuni suoi gruppi. È importante chiarire che il gruppo «SiAmo Teano» ha registrato la sua presenza solo dopo che Tammaro aveva già dichiarato valida la seduta. Luana Camasso e Nino Cataldo sono entrati in aula per pochi minuti e unicamente per consentire al loro capogruppo, Marco Zarone, di puntualizzare al presidente Tammaro che «la seduta era da invalidare, come sempre fatto e nel rispetto del Regolamento».
Come emerge anche da un precedente articolo di Teanoce.it (LEGGI QUI), Tammaro non ha voluto accogliere i suggerimenti della minoranza, che includeva anche Maria Paola D’Andrea e Daniela Mignacco, ritenendo che le norme dettate dal Tuel prevalessero di gran lunga sul mai aggiornato Regolamento comunale. Tutti i gruppi di opposizione hanno lasciato l’aula, ma successivamente D’Andrea e Mignacco sono tornate, con la prima intenzionata a dare battaglia sulla questione cimiteriale.
È però importante sottolineare che la seduta era già stata dichiarata valida da Tammaro a prescindere dalla presenza in aula di consiglieri di minoranza. Sarà anche il caso di precisare che poco prima che il punto Relazione gestione dei cimiteri fosse messo ai voti, sia D’Andrea che Mignacco hanno nuovamente abbandonato l’aula. Non è stato quindi offerto alcun sostegno alla ridotta maggioranza, nemmeno attraverso una presenza passiva durante le fasi di voto e di ratifica di quello che, in fin dei conti, era solo una relazione per l’appalto dei servizi cimiteriali e dei servizi a richiesta individuale.
Questo chiarimento era necessario, soprattutto alla luce di giudizi espressi da alcuni lettori, come ad esempio l’avvocato Carlo Barra di Teano. Barra, a su volta ex presidente del Consiglio comunale, ha infatti osservato che il Tuel può essere invocato solo in assenza di un regolamento comunale e non in sovrapposizione ad esso. Il Comune di Teano, però, è dotato di un Regolamento comunale, anche se il governo Scoglio, durante i suoi due anni e mezzo di amministrazione, non ha mai provveduto ad aggiornarlo. Infatti, il Regolamento del Consiglio comunale di Teano è in vigore sul finire degli anni ’70.
Ecco quindi il post di Barra su Facebook, pubblicato sul profilo di Teanoce.it, probabilmente dovuto al fatto che questo aspetto dell’andirivieni dei gruppi di minoranza non è stato trattato a fondo nel Domenicale, edizione di oggi 1° settembre 2024, del nostro Giornale: «Cerchiamo di volare basso: quando si può applicare il Tuel a una fattispecie particolare? Risposta: quando non esiste un regolamento interno comunale che la disciplini. Ora, se non vi fosse un regolamento di Consiglio comunale o una consuetudine che comunque assume i connotati di legge, allora si potrebbe fare riferimento alla legge generale (il Tuel, appunto). Nel caso concreto, a me sembra che si voglia applicare ciò che più piace e fa comodo. Ma in questo, credo e spero di non essere frainteso, il vero errore è stato commesso dalle opposizioni… in fondo la maggioranza fa ciò che ritiene più giusto e spesso ciò che più le conviene. PS. Nel computo del numero legale previsto dal Tuel, basta fare una piccola ricerca giurisprudenziale, e scoprire che vanno esclusi dal computo del quorum il sindaco o il presidente della Provincia… ma anche per questo, come in tutto, si dovrebbe studiare». Siamo convinti che Barra si riferisca in particolare alla maggioranza, visto che Tammaro ha validato la seduta assolutamente al netto delle minoranze e dopo essersi fatto – magari col pallottoliere – ma perfettamente da solo il conto delle presenze di maggioranza a suo giudizio utili per validare la seduta. Oppure Barra auspicava, chissà, una permanenza massiccia e combattiva di tutta la minoranza in Consiglio e con un voto negativo unanime e motivato.