La strana storia della gestione cimiteri e la voglia di «tombare» gli errori del passato
D’Andrea alza la voce: «Proroga infinita, priva di riferimenti normativi: nel silenzio più totale di tutti».
TEANO (Elio Zanni) – Consiglio comunale di venerdì 30 agosto 2024. A parte l’episodio di giustizia divina sul «Caso Zanni-Scoglio» (LEGGI QUI), tutto il resto è stato una mortificante sequenza di situazioni imbarazzanti per la maggioranza. Fin dall’inizio, con il presidente Pasqualino Tammaro, per esempio, che ben oltre l’orario di convocazione alimentava in tutti il sospetto – tanto per usare un eufemismo – di un temporeggiare in attesa che si formasse il numero legale. Infatti, si era allontanato dall’aula Domenico Laurenza – che poi si è rifatto vivo – e mancavano all’appello il sindaco Giovanni Scoglio, l’assessore Giuseppe Esposito e le consigliere Veronica Rapa e Rossella Compagnone, delegata ai cimiteri. Nel frattempo, per ragioni politiche, i gruppi di minoranza si erano autoconvocati nell’antisala.
Dunque, otto (8) i presenti in aula. Di regola, e in aderenza al regolamento comunale, Tammaro avrebbe dovuto dichiarare nulla la convocazione. Ma, consultando il segretario e rifacendosi al Tuel (testo unico sugli enti locali), dimostra che oggi (in realtà già dal 2000) è sufficiente la presenza di un terzo degli eletti per andare avanti; a Teano ciò significa meno di 6 consiglieri, ed è fatta. Nessuno in minoranza gradisce la decisione di Tammaro di stracciare così, su due piedi, le «norme consuetudinarie» in vigore dal 1915 in fatto di numero minimo. Tanto meno tollera tale sgarbo il gruppo Siamo Teano. Così, Luana Camasso e Nino Cataldo, dopo le legittime rimostranze di Marco Zarone, per protesta abbandonano l’aula. Tammaro, per nulla scosso da tale eventi va avanti a testa bassa. Così, gli altri due gruppi di minoranza, con Daniela Mignacco e Maria Paola D’Andrea, pur condividendo il pensiero di Zarone, decidono di rientrare.
La missione kamikaze di Bovenzi e l’insufficienza politica di Laurenza.
Scoglio è assente. Sì, ma c’è la vicesindaca, Laura Laurenza. O no? Vice che però, su un argomento così pruriginoso e di enorme responsabilità, come il documento preparatorio all’appalto dei servizi cimiteriali, che fa? Sfidando di essere additata come inadeguata nel suo altissimo ruolo di responsabilità, scarica tutto «sull’unico assessore non eletto dai cittadini di Teano, ma prescelto da Scoglio: Maddalena Bovenzi», come le fa subito notare D’Andrea, che da qui in avanti dominerà letteralmente la seduta, facendo vedere i sorci rossi a tutti. Effettivamente, è di dominio pubblico che l’assessora sia del tutto aliena ad argomentazioni del genere – chiamata in Palazzo per ben altro, ossia più per curare e creare momenti culturali, turistici e ludici per la città (altro vergognoso capitolo che meriterà una trattazione a parte) – si accolla la croce, e avendo probabilmente imparato a memoria la «pappardella», parte in quarta. La sua è una missione kamikaze. Mentre tenta di atterrare in zona franca, viene raggiunta alla carlinga da una mitragliata di richieste di chiarimenti targate D’Andrea.
Assessora esterna e Vicesindaca: asfaltate.
Ore 19.24. D’Andrea chiede «lumi sui cimiteri»: «Assessore Bovenzi, per quale motivo è stato annullato il parere del revisore dei conti n. 51 ed è stato richiesto un secondo parere, ossia il n. 52?». Il volto di Bovenzi è un enorme punto interrogativo. Appallottola e prova a consultare i foglietti che ha in mano come una sfera di cristallo: ma niente. Tutti hanno la stessa impressione: è stata mandata allo sbaraglio e le hanno fatto fare la figura dell’impreparata. Dallo scranno superiore chiama in suo soccorso niente meno che il segretario comunale, Gaetano Pietropaolo. Si avvicina all’imbarazzata Bovenzi recando in mano altra carta, ma prova a sussurrarle anche delle cose a bassa voce. È il colmo, sembra di essere a un gioco a premi televisivo, dove si accettano suggerimenti dall’esterno. Ma il jolly concesso alla Bovenzi assieme al suggeritore in diretta non piace a D’Andrea, che invita Pietropaolo a tornare al suo posto. «Lei si deve decidere, dottore: vuole svolgere il suo ruolo istituzionale o vuole fare l’amministratore, il politico?». Pietropaolo torna in buon ordine al suo altissimo e meglio adeguato scranno consiliare.
«Operazione Camposanto», D’Andrea scoperchia il vaso di Pandora.
Sorretta solo dalla preparazione e dalla vicinanza della collega Mignacco di Teano Moderata, D’Andrea procede a rullo compressore nella sua azione politica con bacchettate continue al residuale esercito della maggioranza, che in assenza del capo Scoglio appare disarmato, intimorito, allo sbando. Sulla storia della gestione sempre in proroga dei camposanti, per esempio, che per ignoranza o peggio tutti fingevano di sapere poco o nulla tra le fila della maggioranza, si coglieva l’impressione che qualcuno, con i nuovi atti prodotti, intendesse seppellire per sempre ogni traccia del passato. Infatti, la vecchia amministrazione aveva approvato il capitolato per espletare la gara. Successivamente, nel febbraio del 2022, il responsabile delle Infrastrutture aveva adottato l’apposita Determina a contrarre per una procedura aperta. E nel 2023, ancora, aveva adottato una nuova determinazione a contrarre; però stavolta adeguata al nuovo Codice dei contratti: aperta a tutti. Da quel momento in poi tutto si ferma, non si dà seguito a quell’atto e si lascia che il servizio venisse espletato ancora in regime di proroga, nel silenzio più totale di tutti.
Nostre solite illazioni da stampa ostile, oppure ostracismo connaturato di chi scrive? Assolutamente no. Anche perché D’Andrea prende la parola e lei si che lancia una vera e propria bomba termonucleare in Consiglio comunale: «È singolare come i segretari comunali che si sono succeduti in questo periodo, davanti a un uso indiscriminato dell’istituto delle proroghe, nella loro qualità di Rpct (Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza) del Comune, sembrerebbero essersi voltati dall’altra parte». E ancora: «Per quale motivo non si è dato seguito alla determinazione del capo area del 2023 per inadempienza dello stesso funzionario? Perché se così fosse, sarebbe stato dovere dell’amministrazione prendere provvedimenti ed in ogni caso l’amministrazione avrebbe potuto trasferire quel servizio ad un’altra area, visto che già in passato altri servizi sono stati trasferiti all’area Territorio, ma questo questa volta non è accaduto. Ed allora – soggiunge D’Andrea nella sua chiosa da brividi – la soluzione è abbastanza semplice: ancora una volta ci si trova davanti all’incapacità di questa amministrazione di programmare e che non ha ben chiaro in che direzione andare». Non serve aggiungere altro per far intendere – a chi vuole intendere – in che modo dal Consiglio comunale ultimo scorso ne siano usciti come immagine politica: vicesindaca, presidente, consiglieri di maggioranza, assessori eletti e quelli prescelti da Scoglio, in questi giorni così tanto concentrato nel suo tentativo di delegittimare la «Stampa locale» e che non ammetterà mai e poi mai di essersi sbagliato.