LA NOTA. Teano «all’ammainabandiera», dimenticata in piazza Unità d’Italia.
Il Tricolore ridotto a uno straccio: immagine speculare di un Paese che sta perdendo l’amor proprio.
TEANO (Pietro De Biasio) – Una bandiera dimenticata in piazza Unità d’Italia. Un Tricolore lacero e sdrucito che non è un bel vedere. Basta guardare questa foto per rendersene conto: una bandiera, sporca, logora e sfilacciata che è l’immagine speculare di un Paese che sembra aver smarrito la rotta e che, con la stessa noncuranza, trascura il suo simbolo più sacro. Sul pennone, accanto al famoso monumento già tristemente abbandonato del maestro Rino Feroce, il Tricolore non c’è più, ma lo si può ammirare alla base dell’asta ridotto a uno straccio.
Resta un pallido lembo di rosso, nella bandiera, la striscia bianca e quella verde stanno invece per cedere divorate dall’incuria e dal maltempo. Dovrebbe sventolare alta, quella bandiera, per ricordarci le radici comuni, le lotte e i sacrifici che hanno costruito l’Italia. E invece, eccola lì, penzolante, quasi nascosta alla base dell’asta, con una scena straziante, non tanto per la bandiera in sé, quanto per ciò che rappresenta. Non è la prima volta che la bandiera in piazza Unità d’Italia viene trascurata e maltrattata. Ogni tanto qualcuno si sveglia e la sostituisce, ma puntualmente torna ad essere dimenticata, lasciata alla mercé degli elementi e del tempo, come se nulla contasse davvero.
E così, sotto gli occhi di tutti, quel Tricolore non sventola più, ma si affloscia, sporco e sfinito, quasi a voler simboleggiare che non sappiamo più alzare la testa. E allora la domanda diventa inevitabile: è giusto trattare così il simbolo del nostro Paese? La risposta, ahimè, è già scritta in quella bandiera: siamo diventati un popolo che non ha più nemmeno la forza di ricordare chi siamo e da dove veniamo. E mentre quella bandiera continua a penzolare, sporca e dimenticata, la domanda che dovremmo farci è questa: vogliamo davvero che sia questa l’immagine della nostra città? Ma se abbiamo ancora un briciolo di orgoglio, se ci resta ancora un minimo di rispetto per noi stessi e per la nostra storia, allora è il momento di agire. E di farlo in fretta.