«Io se fossi Dio», deturpati il monumento della Vittoria e la statua di don Crescenzi
Vernice verde sull’obelisco e sul busto che ricorda don Paride presso la chiesa di San Cosma e Damiano
TEANO (Elio Zanni) – Atti vandalici in rapida successione, oggi a Teano. Il primo ai danni del monumento raffigurante la Vittoria alata dedicato ai caduti di tutte le guerre e ubicato nell’omonima piazza Della Vittoria a Teano. Il secondo contro la statua raffigurante l’amato e mai dimenticato parroco di San Cosma e Damiano: don Paride Crescenzi. L’attuale parroco, don Luigi Migliozzi ha già stigmatizzato l’accaduto nel dire: «Dove gli imbecilli passano i danni restano».
Di primo acchito si direbbe che ad agire possano essere stati i soliti adolescenti in cerca di guai. Ma ci sono particolari che lasciano, come dire, a riflettere. A pensare che possa anche non trattarsi di una bravata. Certo è che qualcuno, di cui per il momento non si conosce il nome, con della vernice spray di colore verde e nel secondo caso nero ha inciso alla base dell’obelisco la frase «io se fossi Dio», che poi corrisponderebbe esattamente a un brano del noto e apprezzato artista, cantautore, Giorgio Gaber.
Ecco il primo punto. Volendo considerare il valore simbolico del monumento, che certamente rappresenta il sacrificio per i valori della Patria, dell’identità nazionale, delle Istituzioni, ebbene: con quella frase, che ha un suo significato ideologico ma solo all’interno della canzone di Gaber, non ha proprio nulla a che vedere.
Si ritine che l’atto, cui si è fatto caso nel tardo pomeriggio, posso essere stato portato a termine ieri a tarda sera. Oggi il centro storico di Teano era letteralmente invaso, pieno di protagonisti, curiosi e turisti giunti in città per assistere alla sfilata di auto d’epoca. La dimostrazione di offesa alla cosa pubblica è stata così certamente più efficace. Questo però anche per sottolineare l’assenza quasi totale di controllo del territorio operato (anzi non operato) dalla polizia municipale che non per colpa del Comando non ha neppure il personale sufficiente per organizzare dei semplici turni di lavoro.
Il fatto è che, come al solito, per ripulire il monumento-obelisco sarà necessario, forse, se non si interviene nell’immediato, spendere denaro pubblico. Ed è un’operazione da fare anche da fare subito, da mani esperte e quindi con la dovuta cautela. Il simbolico mausoleo, infatti, è sotto la tutela della Soprintendenza Archeologica belle arti e paesaggio per le provincie di Caserta e Benevento.
Chi ripulirà invece il monumento dedicato a don Crescenzi? Questo è il punto. Già per costruirlo i volontari parrocchiani, in primis di Massimo Fiato (autore della pubblicazione del libro «È l’amore che spinge» trovò all’epoca una sponda in qualche associazione locale e nell’ex sindaco di Teano, Mario Toscano, per la raccolta dei fondi necessari a mettere in piedi l’opera. Un peccato nel vero senso della parola quel danneggiamento: vernice sul petto della statua del prete e sul volto dei bambini che stanno lì raffigurati con due statue a dimostrare e ricordare la vocazione e la vicinanza sua ai più deboli attraverso una serie di opere pie.
L’unica speranza risiederebbe (il condizionale è d’obbligo) nelle videocamere di sicurezza, anche se tutti sanno che miseramente a Teano troppo spesso non funzionano nemmeno quelle.