Politica

Tammaro boccia la proposta Scoglio di «imbavagliare» i consiglieri di minoranza.

«Lo Statuto, prevede tempi distinti per interrogazioni orali e scritte». Ma non sempre Tammaro fa miracoli…

TEANO (ELIO ZANNI) – «No, sindaco, non si può fare. Secondo la mia interpretazione del Regolamento, il tempo impiegato dai Consiglieri per le interrogazioni orali non può essere sottratto dal tempo spettante per le interrogazioni scritte. Pertanto, si riparte da zero». Siamo al 7 agosto del 2024 e siamo in seduta di Consiglio comunale, dove il presidente Pasqualino Tammaro sta rispondendo «picche» a una irrituale richiesta del sindaco Giovanni Scoglio. Iniziano così e da qui «I Racconti del Palazzo», alias Fatti, personaggi e storie inedite di Palazzo San Francesco e delle sedute di Consiglio comunale a Teano. Questo potrebbe essere considerato il numero zero. Una uscita da collezionare. Per le prossime non ci sentiamo di garantire alcuna periodicità o scadenza. Ci proveremo, questo sì. Rimane solo da dire che il report di oggi tenta di cogliere uno o più episodi ritenuti clamorosi o per lo meno interessanti – a stretto rigore, ma sempre nei limiti del block-notes dell’autore – avvenuti durante la Seduta consiliare ultima scorsa. Si parte.

Col solito ritardo, alle 19:20, l’Assise civica apre i battenti. Ma appena quarantacinque minuti dopo lo «start» accade qualcosa che fa immediatamente rivalutare, persino agli occhi della cosiddetta «stampa ostile» (ma sempre con beneficio d’inventario rispetto all’intera sindacatura) la figura e l’immagine del presidente Tammaro; in termini di autonomia e competenza. Ebbene si, ora è il «presidentissimo»: ha dimostrato di conoscere meglio di molti suoi colleghi il Regolamento consiliare. Vediamo come. Il sindaco Scoglio, dopo le interlocuzioni con i consiglieri comunali di opposizione su alcuni problemi della città, chiede a Tammaro di fare dei calcoli matematici accurati in modo da limitare – considerando il tempo già utilizzato per le interrogazioni orali – la possibilità di parola dei gruppi di opposizione. Ma Tammaro si oppone. Il presidente, «a muso duro» come direbbe Bertoli, prende fiato, getta uno sguardo tra le fila della minoranza come in cerca d’ispirazione e poi, fornisce la sua interpretazione puntuale circa la richiesta «operazione bavaglio»: non è possibile, non si può fare.

Sono circa le ore 20:05 e nella sala Consiliare, lato minoranza, siedono fin dall’inizio Maria Paola D’Andrea di Teano 2.0 e, poco distante alla sua destra, Luana Camasso e Marco Zarone di Siamo Teano. Camasso e Zarone hanno sudato sette camicie nell’illustrare le loro interrogazioni in forma orale. Proposte, suggerimenti, dichiarazioni politiche; notoriamente mai prese in considerazione dai maggiorenti. Dalle interrogazioni parlate scaturiscono anche accesi e lunghi confronti con Tammaro e soprattutto con Scoglio. Il tempo scorre, fa caldo, si percepisce nervosismo generalizzato. L’aria condizionata, fortunosamente funzionante stavolta, arranca nel donare refrigerio agli astanti nel vasto salone del parlamentino teanese. Ora si passa dalle interrogazioni orali a quelle scritte.

In Scoglio deve essere maturata l’idea di limitare quel parlare e riparlare dei consiglieri di minoranza, e decide di appellarsi al Regolamento. Elabora un pensiero, ma deve riferirlo a Tammaro. E deve farlo a voce alta, perché Tammaro non siede più al suo fianco lassù in cima, nel secondo ordine di scranni. Infatti, in un precedente Consiglio, Zarone gli ha ricordato che «sedere allo stesso livello del Presidente e addirittura al suo fianco, rappresenta una grave violazione del Regolamento». Maledetto regolamento, è di un fastidio terribile; infila persino il becco sul posto giusto per il sindaco da occupare in aula. Ne riparleremo, magari in una nuova edizione de «I Racconti del Palazzo».

Dunque, Scoglio, rischiando il torcicollo, si gira verso il Presidente e pronuncia una frase che con poca speranza attendiamo di leggere nel verbale di Seduta: «Solo una cosa le chiedo, Presidente: di sottrarre ai Consiglieri di minoranza il tempo da loro utilizzato per le interrogazioni orali al tempo spettante adesso, agli stessi, per le interrogazioni scritte.» Tammaro produce qualche colpo di tosse (finta) come per schiarirsi la voce, tira il fiato e dice la sua: «No, sindaco, non si può fare. Secondo la mia interpretazione del Regolamento, il tempo utilizzato dai Consiglieri per le interrogazioni orali non può essere sottratto al tempo spettante per le interrogazioni scritte. Per cui: si riparte da zero.» Apriti cielo. Scoglio abbassa lo sguardo, appoggia i gomiti sul banco e si porta le mani ai due lati della testa; come nell’urlo di Munch. Ha fatto una gaffe antidemocratica, dimostrando una conoscenza perlomeno parziale del Regolamento. La figura di Tammaro ora assume la sua dimensione naturale: giganteggia nell’aula consiliare. Caro re Tammaro, presidentissimo, così si fa.

Peccato però che ci sia anche: l’altro volto del presidente

Dunque, in questa storia Tammaro ha dato prova di conoscere e far rispettare lo Stato. Ma seguendo le continue lamentale del consigliere Zarone di Siamo Teano, non si direbbe proprio che per Tammaro ciò sia una regola universale, applicata in ogni caso, urbi et orbi. Anche Camasso ebbe a lamentarsi, sempre nella Seduta di Consiglio in analisi. Non era il caso, stavolta, di mettersi a discutere con i Consiglieri di minoranza quando questi tentano di far integrare – avendone diritto – i verbali delle precedenti Sedute. Lo ha fatto l’ultima volta con la consigliera Camasso. Presidente, lei non ha cercato d’impedirle di ottenere l’aggiornamento, ma è entrato nel merito delle questioni oggetto della richiesta d’integrazione. Come? Con un anacronistico intervento sulla giustezza dell’osservazione. Ciò, mentre la consigliera intendeva solo far integrare il verbale con una sua frase effettivamente pronunciata e non riportata dal segretario comunale. Presidente in questo caso è lei che è andato nettamente fuori traccia.

L’altro volto del presidente II

Ancora una cosa e poi basta. Presidentissimo Tammaro e in questo caso non tanto “issimo teniamo tutti – scommettiamo anche Lei – alla salute di Zarone, per cui non lo faccia sempre arrabbiare. Per favore, inizi le sedute rispettando a sua volta il regolamento come giustamente pretende che facciano gl’altri. Come? Con tanto di lettura e l’approvazione dei verbali delle precedenti sedute quale primo ordine del giorno. Lo stiamo dicendo per Zarone, non per noi e nemmeno in ossequi allo Statuto. Anche perché noi, con tutto il rispetto, i verbali del segretario che, beato lui, dimostra di avere una capacità di sintesi quasi disumana – confidando nell’estrema attenzione che nel testo già ripongono i consiglieri di minoranza, finora non ce li siamo mai letti. Grazie.