Impianto rifiuti «stupro ambientale», insorgono le maggiori associazioni
Conto alla rovescia per la decisione finale: Società civile e Amministrazione comunale chiedono il rispetto del Piano regionale salva-Teano
TEANO (FERNANDO ZANNI) – Mercoledì prossimo 10 maggio, è stata convocata l’ennesima Conferenza di Servizi, stavolta in remoto, dalla Regione Campania per decidere nuovamente la sorte del territorio del Comune di Teano.
Com’è noto una recente sentenza del Consiglio di Stato ha, inopportunamente, riaperto la possibilità che l’impianto di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, possa insediarsi nella ex area ISOLMER, in località Santa Croce. E’ stato, infatti, annullato per «motivazione non adeguata» il Decreto regionale n. 145 del 13 luglio 2021 che ha negato l’autorizzazione alla ditta GE.S.I.A S.p.A.
Forze comunali unite
La reazione della Città è stata, finora, corale. Il Comune ha confermato i due legali che hanno già seguito in passato la vicenda: l’urbanista avvocato Alberto Coppola di Napoli e l’avvocato Antonio Romano di Aversa; e si appresta a deliberare in Consiglio Comunale un nuovo Ordine del Giorno contro l’ennesimo tentativo si «stupro» ambientale. Anche la minoranza consiliare, supporta il diniego del Comune, precisa e ne valorizza alcuni elementi.
Il fronte della società civile
Il Comitato «No IMP», presidente Antonio Caparco e vice presidente Alessandro Lepre, hanno aderito ad una rete di Associazioni locali della quale fanno parte anche La Comunità «Laudato sì-Eco Polis di Teano-Vulcano di Roccamonfina», la «Pro Loco Teano e Borghi» presidente Giuseppe Lacetera, la Pro Loco «Teanum Sidicinum» presidente Gianluca Izzo, l’Associazione «Il Campanile» presidente Walter Giarrusso e il Comitato «Casamostra Rinasce», presidente Annalisa Iannazzo.
Piano regionale rifiuto salva-Teano
Ieri un documento della Rete delle Associazioni, strutturato in diverse “osservazioni dirimenti”, è stato trasmesso via Pec sia al dirigente regionale Antonello Barretta, che presiederà la Conferenza, che al sindaco di Teano Giovanni Scoglio. Le frecce nella faretra delle Associazioni ora sono pubbliche e si possono così riassumere. Prima di tutto, l’aggiornamento regionale del Piano di gestione dei rifiuti speciali (PRGRS), approvato a ottobre del 2022 dal Consiglio Campano, presieduto da Gennaro Oliviero. Ebbene, nello stabilire i criteri generali che le Province, d’intesa con le Autorità di Ambito, devono rispettare per individuare i siti idonei e non idonei all’insediamento di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, il PRGRS considera “fattore escludente” le aree riconosciute dal Piano Territoriale Regionale (PTR) “a dominanza naturalistica” come, appunto, il territorio del Comune di Teano.
Potere regionale: dominante
Non si tratta di una «raccomandazione» alle Province, ma di un «vincolo» (V-16) che trova la sua ragione d’essere nel potere regionale costituzionalmente garantito di programmare il proprio modello di sviluppo. Di più, il Piano raccomanda alle Province anche di adottare il principio di «prossimità» nell’individuare i suddetti siti, perché il trattamento dei rifiuti deve essere effettuato vicino a quelli di produzione (ASI).La motivazione è estremamente interessante. I criteri di localizzazione devono privilegiare le aree a vocazione industriale nel rispetto del principio di “prossimità” in base al quale gli impianti di gestione dei rifiuti speciali devono essere limitrofi a quelli di produzione, minimizzando in tal modo sia i rischi connessi alla movimentazione (e al traffico illegale) sia gli impatti ambientali dovuti al sistema dei trasporti.
Gesia in cerca dell’Asi che non c’è
La seconda osservazione, invece, richiama l’attenzione della Regione su un «errore» della GE.S.I.A che si protrae ormai da anni e che si tenta di riproporre anche questa volta. L’area della ex Isolmer, non è stata mai industriale e mai inserita legalmente nel perimetro del Consorzio ASI. Eppure, sia la domanda di autorizzazione che la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) da parte della Ge.S.I.A., sin dall’inizio, hanno tratto in inganno gli Organi regionali indicando l’area come facente parte dell’ASI- “Agglomerato 20-Teano-Maiorisi”. Questa volta, per evitare fraintesi e teorie cospiratorie, l’errore deve essere corretto! Del resto basta leggere i pareri e le dichiarazioni a verbale da parte del Consorzio ASI di Caserta. A seguire un’osservazione di incompatibilità «territoriale» e «urbanistica».
Il pensiero Green di Regione e Provincia
Territoriale, perché il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), ha preso atto della fatiscenza e dello stato di abbandono ventennale della ex Isolmer, individuando la zona in generale come di «rigenerazione urbana» circondata da un vasto areale di «preminente interesse paesaggistico». Ma è anche difforme urbanisticamente, perché sia che non si considerino vigenti o vigenti le norme di salvaguardia del PUC, l’impianto non potrebbe essere costruito né in zona «agricola comune», come previsto dal P.d.F, né in un “Ambito di rigenerazione urbana”, come da PUC e da PTCP. C’è in tutta questa storia una considerazione che fatica a prendere piede, sia a livello istituzionale che a quello imprenditoriale. In gioco non c’è solo la costruzione dell’impianto, contro il quale siamo tutti d’accordo, ma la possibilità per la nostra città di seguire il «modello di sviluppo» green che la Regione e la Provincia, in modo lungimirante, ci hanno assegnato come «serbatoio di biodiversità» e area omogenea al Vulcano di Roccamonfina. Quest’ultimo, considerato una componente fondamentale dell’identità paesistica e storico-culturale della Campania, uno dei maggiori attrattori turistici e area centrale della rete ecologica provinciale e regionale. Se avessimo dovuto maturare tale cultura da soli, forse non avremmo mai pensato così in grande.