«La fabbrica delle donne», il nuovo libro dell’ex sindacalista Bruno Ranucci.
Quest’opera racconta in modo dettagliato gli aspetti positivi e negativi della città, problemi e bellezza.
SPARANISE (Teano & Oltre di Pietro De Biasio) – Nelle vetrine delle cartolibrerie locali, da alcuni giorni, è finalmente esposta l’ultima opera dello scrittore sparanisano Bruno Ranucci. Nonostante abbia stabilito la sua residenza nel ricco Nord, l’ex sindacalista della Cisl non ha mai smesso di mantenere una forte connessione con la sua città natale, Sparanise.
Ogni anno, infatti, non manca di salutare San Vitaliano durante la festa patronale, dimostrando il suo attaccamento alla comunità. Ranucci ha dedicato molte delle sue creazioni a Sparanise, come se fosse la città in cui viveva, spesso collaborando con suo fratello Vitaliano, un altro figlio indimenticabile e molto rimpianto di questa comunità. Negli ultimi anni, Ranucci ha alzato l’asticella e si è dedicato maggiormente alla ricerca storica, agli usi, ai costumi, alle abitudini e al lavoro, coltivando la sua più grande passione: la storia.
Le sue ricerche, condotte con grande meticolosità, rappresentano un grande valore e un importante insegnamento per coloro che desiderano trarne beneficio nel presente e nel futuro. A preservare questi «tesori» sono due opere che l’autore ha creato e dedicato a Sparanise. Una di queste, che tutti avrebbero dovuto leggere e che è ancora accessibile, è intitolata «La grande illusione».
Quest’opera racconta in modo dettagliato e completo gli aspetti positivi e negativi della città, le problematiche e la sua bellezza. Nessuna categoria viene trascurata: vittime e carnefici, persone comuni e politici, tutto è presente in questa lettura che aiuta a comprendere i perché. L’altra opera, appena pubblicata, emana un profumo di novità, ma all’interno si avverte un retrogusto di vecchio olio, riferendosi alle dittature passate, alle tante illusioni, ma con una luce che brilla nel fondo di un lungo e tortuoso tunnel.
Questa luce splendente rappresenta l’inizio della scalata delle donne verso la parità di dignità mai raggiunta con l’uomo. L’opera, intitolata «La fabbrica delle donne», si basa sulla seconda fabbrica di Sparanise, esplorando tutti i disagi e le problematiche che saranno presenti nel libro che verrà presentato tra qualche settimana.
«Certamente la nuova condizione lavorativa di tante donne, passate da casalinghe o braccianti a operaie, articolò, in qualche modo, la voce balbettante di quante, fino ad allora, quasi non avevano avuto, per consuetudine, direi, ancestrale, diritto di parola sulle loro scelte di vita, costringendole ad imparare presto la grammatica dei loro nuovi diritti (…)», dalla premessa.
Significativa la testimonianza di una ex tabacchina: «Forse qualcuno già sapeva da tempo, quando la fabbrica lavorava a pieno ritmo, del pericolo rappresentato dall’amianto, e non ha fatto sapere mai niente, altrimenti avrebbero dovuto bonificarla o chiuderla.
Però è una cosa molto strana che di tante morti mai nessuno ha cercato la causa (…)». Bruno Ranucci, con la sua scrittura appassionata e dettagliata, offre ai lettori una finestra per comprendere la storia locale e le sfide che l’umanità ha affrontato.
Le sue opere sono una testimonianza preziosa, che incita alla riflessione e all’azione. E si conferma come una figura di spicco nella scena letteraria di Sparanise, con le sue opere che affrontano temi cruciali come la storia e l’emancipazione femminile.