Ok della Regione alla Gesia, D’Andrea invoca dimissioni di Scoglio: «Senza Puc Teano apre le porte all’impianto rifiuti».
«Eppure bastava poco, perché la mia Giunta lo aveva già adottato, malgrado le minacce personali e le pressioni ricevute da interessi privati locali».
TEANO (Pietro De Biasio) – «L’amministrazione comunale, non portando il Puc (Piano urbanistico comunale), approvato dalla mia Giunta in Consiglio comunale, ha gettato le basi per l’insediamento dell’impianto di smaltimento rifiuti a Teano. Ora, il sindaco e la giunta si dovrebbero dimettere perché non hanno assolto a un compito fondamentale: quello di tutelare la Comunità come sancisce la Costituzione Italiana».
L’ex sindaco Dino D’Andrea appresa la notizia dell’autorizzazione regionale alla Ditta Gesia indirizza a TeanoCe una dettagliata nota, con giudizi anche di carattere politico, nel tentativo di riannodare i fili di questa intricata vicenda.
«Il Piano urbanistico comunale (Puc) adottato dalla mia Giunta, nonostante le pressioni provenienti da interessi privati locali e le minacce personali che ho dovuto affrontare, stabiliva che l’area dove si trovava precedentemente l’ex Isolmer e dove la Gesia intende costruire l’impianto industriale, diventasse: un ambito di rigenerazione urbana, circondata da un areale di preminente interesse paesaggistico.
Il Puc è stato concordato con la Regione Campania al momento dell’approvazione in Giunta, senza essere portato in Consiglio comunale entro la scadenza del 24 luglio 2023. Nonostante i pareri favorevoli e l’iter in Provincia, l’omissione di portare l’atto in Consiglio solleva interrogativi sulle responsabilità.
Se il Puc fosse stato ufficializzato, la Gesia non avrebbe potuto edificare su una zona trasformata da terreno agricolo ad un ben più virtuoso e protetto ambito di rigenerazione urbana, circondata da un areale di preminente interesse paesaggistico. Il problema attuale è quindi: chi è responsabile per questa mancanza? Perché l’attuale maggioranza consiliare non ha portato il Puc in Consiglio?
L’amministrazione comunale a parer mio potrebbe essere più motivata dall’interesse a soddisfare «connessioni personali» piuttosto che perseguire l’interesse pubblico.
Questo a mio parere ha aperto la strada alla Gesia, poiché il vincolo principale che la fermava era l’adozione ufficiale del Puc. È necessario che ci venga spiegato perché il Puc non è stato portato in Consiglio entro il 24 luglio 2023, poiché questo era, a mio avviso, l’unico modo per impedire alla Gesia di procedere con la costruzione dell’impianto.
Il primo passo è capire perché la Regione Campania ha negato [Precedentemente N.d.R.] l’autorizzazione all’impianto. Nel dicembre 2020, il Comune ha adottato in Giunta il Piano Urbanistico Comunale che designava l’area interessata come ambito di rigenerazione urbana, circondata da un areale di preminente interesse paesaggistico, quindi la Regione ha basato il suo diniego sull’utilizzo di questo strumento urbanistico.
Tuttavia, il Piano è tornato in Comune dopo la mia decisione di dimettermi a causa di pressioni esterne per bloccare le opere pubbliche. Nel frattempo, il Piano Urbanistico doveva essere portato in Consiglio entro il 24 luglio 2023, il che non è avvenuto.
La responsabilità di questo mancato passaggio dev’essere chiesta all’assessore all’Urbanistica e al Sindaco. Dopo il 24 luglio, il vincolo che impediva lo sviluppo industriale è caduto perchè mai ratificato, consentendo alla Gesia di poter procedere con l’impianto.
Questo solleva interrogativi sulla mancata adozione del Piano Urbanistico, forse dovuta a compromessi politici anziché alla volontà di perseguire l’interesse pubblico.
Il problema non riguarda solo la Gesia, ma è legato al Piano Urbanistico stesso. Gli errori e le motivazioni dietro al mancato passaggio in Consiglio devono essere spiegati alla popolazione, poiché il Piano Urbanistico ha influenzato direttamente la programmazione regionale.
La mancata adozione in Consiglio ha comportato la caduta di un vincolo importantissimo, trasformando l’area in una zona di sviluppo industriale e concedendo autorizzazioni che altrimenti non sarebbero state possibili.
Questa situazione solleva dubbi sulle priorità politiche e la trasparenza nel processo decisionale riguardante il Piano Urbanistico Comunale». [Nelle more di un Puc approvato va notata – effettivamente – la rideterminazione della distanza (per estensione) del vincolo d’inedificabilità rispetto al fiume Savone, un impedimento sicuramente determinante alla costruzione dell”impianto N.d.R.].
«»firmato: Dino D’Andrea