Cosa succede quando ad andarsene è il Sommo Pontefice? Tutte le tappe: dalla Sede vacante al mitico «Habemus Papam»

Previste vere elezioni e se serve: il ballottaggio. Non è così facile come dire: morto un Papa se ne fa un altro

ROMA (Fausto Stavolone) – Il decesso del Pontefice, a poche settimane dalle sue dimissioni dall’ospedale Gemelli, lascia tutti, fedeli e non, con l’amaro in bocca perché, se è vero che morto un Papa se ne fa un altro, bisogna ammettere che Bergoglio ha saputo toccare il cuore di tutti.
Ma cosa accade adesso, quale è il percorso che porterà alla proclamazione del nuovo Papa? Dal momento che la cosa ha sempre suscitato il mio interesse, pur non essendo un esperto vaticanista, vorrei spiegarlo al lettore il quale, avendo certamente letto o visto «Il Codice da Vinci» di Ron Howard, sarà già di suo ben informato.
È Sede vacante
Con la morte di Bergoglio la Chiesa cattolica entra di fatto in una fase di transizione e questo periodo, che precede l’elezione del nuovo Pontefice, è noto come «Sede vacante». Nulla è lasciato al caso, si osservano precise norme e tradizioni che sono contenute nella Costituzione Apostolica «Universi Dominici Gregis», promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996 ed aggiornata da Benedetto XVI.
Le tappe fondamentali sono l’esposizione della salma (se il pontefice non ha disposto diversamente), il funerale solenne ed infine il Conclave. In prima istanza, come avvenuto, viene accertata la morte del Papa da parte del Camerlengo coadiuvato da un medico alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche e del Segretario Cancelliere della Camera Apostolica.
«Vere Papa mortuus est»
Accertata la morte il Camerlengo pronuncia le parole «Vere Papa mortuus est» ossia “il Papa è veramente morto” e la notizia viene data al Vicario di Roma che la diffonde al mondo intero. Il corpo del Pontefice viene dapprima trasferito nella Cappella Sistina, dove viene imbalsamato e vestito con i paramenti sacri (mitria bianca, casula rossa e pallio di lana con croci nere) e successivamente esposto per tre giorni ai fedeli mentre i cardinali celebreranno i cosiddetti «Novendiali» di suffragio per nove giorni. Francesco, da molti considerato un rivoluzionario, ha però voluto apportare dei cambiamenti al rito funebre dei pontefici, cambiamenti che sono contenuti nell’«Ordo Exsequiarum Romani Pontificis» e che possono riassumersi così: sepoltura nella basilica romana di Santa Maria Maggiore e non nella basilica di San Pietro nonché esposizione della salma riposta all’interno di una semplice bara aperta e non esposta come in passato su un catafalco.
Il Conclave
Per poter procedere all’elezione di un nuovo Pontefice dovranno trascorrere almeno 15 giorni ma non più 20, così da consentire ai cardinali di raggiungere Roma per il conclave ma se questi dovessero trovarsi già a Roma il Collegio dei Cardinali ha la facoltà di anticipare i tempi. Nel giorno stabilito per l’inizio del Conclave tutti i Cardinali prenderanno parte nella Basilica di San Pietro alla messa votiva «Eligendo Papa» e nel pomeriggio, dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico raggiungeranno in processione la Cappella Sistina del Palazzo Apostolico per lo svolgimento dell’elezione. Per volontà di Benedetto XVI la forma dell’elezione sarà per «scrutinium» e perché sia valida occorreranno due terzi dei suffragi degli elettori presenti e votanti.
«Come vuoi essere chiamato?»
Secondo le disposizioni volute da Benedetto XVI, dopo la 33esima votazione e fermo restando la necessaria maggioranza di due terzi, si passerà al ballottaggio fra i due Cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio. Le schede di ogni votazione verranno bruciate con l’aggiunta di un colorante nero, in caso di mancata elezione, o bianco, nel caso sia stato votato il nuovo Santo Padre, ed il fumo così ottenuto uscirà dal noto comignolo del palazzo apostolico. Ad elezione avvenuta l’ultimo dei Cardinali Diaconi chiamerà nell’aula dell’elezione il Segretario del Collegio dei Cardinali, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche e due Cerimonieri, successivamente il Decano, o il primo dei Cardinali per ordine ed anzianità, a nome di tutto il Collegio degli Elettori chiederà il consenso dell’eletto con le seguenti parole: «accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?» ed incassato l’assenso aggiungerà: «Come vuoi essere chiamato?».
«Habemus Papam»
A questo punto il Maestro delle Celebrazioni Pontificie, con funzione di notaio, alla presenza di tue cerimonieri redige un documento sull’accettazione del nuovo Pontefice ed il nome che ha assunto. Ottenuta la disponibilità dell’eletto si procederà con la fumata bianca e con l’annuncio al popolo «Habemus Papam» ed alla fine del Conclave il nuovo Papa si ritirerà nella “stanza delle lacrime”, ossia nella sacrestia della Cappella Sistina, dove verrà vestito per la prima volta con i paramenti sacri con i quali si mostrerà dalla Loggia delle benedizioni di San Pietro.
Ci apprestiamo ad assistere all’elezione del 267essimo Papa, il sesto da quando sono nato, eppure l’ansia e l’attesa sono sempre le stesse, cambia il pastore del gregge di Dio e la speranza dei fedeli, se possibile, si rinnova.
«Perdonatemi se per una volta ho preferito non parlare di fatti di cronaca o di politica». [F.S.]