Uncategorized

Parco delle acque minerali «in frantumi», una scelta caricaturale dal punto di vista economico e politico.

Forse tutto nasce dalla «qualità» e dalla inadeguatezza democratica della classe politica che governa Teano.

TEANO (Fernando Zanni) – Ho il dovere di dire qualcosa sul Parco delle acque minerali con Pratella capofila, ma prima è forse utile accennare ad un problema di fondo, che genera e attiva, a mio avviso, un moltiplicatore di errori. C’è una singolare anomalia nel nostro Comune, non certamente nata oggi.  

Partiti e Associazioni: la Società civile ghettizzata

Ad ogni scelta «strategica», la città, i partiti, le Associazioni sono costretti a discuterne ex post, dopo la firma posta in calce al progetto. E quasi sempre devono esprimere, purtroppo, una critica radicale. Si dirà, per esempio, che la bozza di Convenzione del Parco delle acque minerali è stata discussa e approvata in consiglio comunale. E questo è vero! Ma è altrettanto vero che in consiglio comunale non ci sono tutti i partiti, men che mai le Associazioni, le Pro-Loco, i Comitati, insomma la cosiddetta società civile, che molte volte ha in custodia la maggior parte delle competenze e delle conoscenze accumulate nel corso di anni e anni di attività svolta nell’esclusivo interesse pubblico.

Le «Consulte» di carta

Le Consulte, per esempio, il nostro Comune le sfoggia solo sulla carta, mai per chiedere di rimpolpare le conoscenze su aspetti fondamentali e strategici dell’azione amministrativa. Se ci fate caso, cari lettori, si ricorre alla società civile, sono dopo aver combinato errori, orrori e pasticci vari, come, per esempio, sul Puc e la Gesia. E anche qui, non tanto per ascoltare proposte, quanto per «diffondere il Verbo» e diluire le responsabilità. Dunque, c’è un problema strutturale nel nostro Comune di democrazia e di partecipazione reale di tutta la città alle scelte strategiche, che l’Amministrazione comunale preferisce chiudere nel rispetto del “minimo giuridico”, privandosi però del contributo del cervello collettivo della Comunità. Ma questo è un problema, com’è noto, di caratura e di qualità democratica della classe politica.

Perchè Pratella e non Riardo?

Torniamo al Parco delle acque minerali, con Pratella capofila. Una scelta «grave» ma non «seria», si sarebbe detto una volta. Alla domanda «perché Pratella e non Riardo»? E’ stata già data da questo giornale una risposta di possibile «predazione politica», inquietante ma probabile. Qui invece ci interessa approfondire gli aspetti relativi all’appartenenza del nostro Comune dal punto di vista morfologico e geologico e della convenienza-opportunità economica e politica di agire sempre come Area Vasta di appartenenza.

Pratella sta nel Parco del Matese e non di Roccamonfina

La programmazione regionale delle aree naturali protette, nell’alto casertano, ha previsto nel 2002 due distinti Parchi naturalistici. Pratella è parte integrante, insieme ad altri 19 Comuni, del Parco naturalistico Regionale del Matese, mentre Teano, unitamente ad altri 6 Comuni, è parte integrante del Parco naturalistico regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano.  Ora, mentre Pratella è ubicato sul grande massiccio calcareo del Matese, situato al confine tra Campania e Molise, rappresentando il primo fronte dell’Appennino meridionale, Teano è situato sulle pendici sud orientali dell’antico Massiccio Vulcanico di Roccamonfina, inattivo da almeno il 269 a.C.. Ancora, le sorgenti termominerali di Riardo, derivano principalmente dalla piccola piana alluvionale delimitata dalle pendici orientali dell’apparato vulcanico del Roccamonfina. La fonte dell’acqua Lete deriva dal Massiccio del Matese e si trova sul fronte campano precisamente a Letino e viene imbottigliata a Pratella.

La Regione conferma: TEANO e PRATELLA sono 2 aree diverse

Il piano territoriale regionale (Ptr) e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), confermano la distinzione delle due Aree omogenee. La programmazione regionale della Campania, che ha diviso il territorio regionale in aree omogenee, prevedendo per esse un diverso modello di sviluppo, ha ancora tenuto distinti i due territori: A10-Matese, per 17 Comuni tra i quali Pratella e A11 Monte Santa Croce, vulcano di Roccamonfina, per 11 Comuni tra i quali Teano, pur riconoscendoli entrambi “a dominanza naturalistica”.

Ovviamente, qui non parliamo dal punto di vista degli ecosistemi e della biodiversità, perché essi non hanno confini fisici e sono tutti intrecciati e interdipendenti. A livello europeo si è sentita, infatti, la necessità di strutturale l’Europa per eco-Regioni a sottolineare la necessità di un pensiero sistemico, olistico.

Ma, dal punto di vista economico, politico e amministrativo, noi dovremmo ragionare innanzitutto per area vasta di appartenenza; e la nostra prima area vasta è quella del Massiccio Vulcanico del Roccamonfina, essendo stata costruita la città di Teano sulle penditi sud orientali del Vulcano. Di più, tutti i contesti territoriali definiti dalla programmazione regionale, ci collocano nel Parco regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano e nel sistema territoriale di sviluppo a dominanza naturalistica degli undici Comuni del Massiccio Vulcanico di Monte Santa Croce.

Stare con Pratella è inutile per le sorti future della vertenza GESIA

La scelta del Parco delle acque minerali di Pratella, è inutile per le sorti future della vertenza GESIA e manifesta una gestione neo-feudale. Alla luce di queste considerazioni, la scelta della maggioranza politica di Scoglio di non aderire al Parco delle acque minerali con Riardo Capofila, appare deleteria e dannosa anche per le sorti della vertenza GESIA, ma incomprensibile, se non inforcando gli occhiali deformati e deformanti della concorrenza politica dei capi regionali delle diverse fazioni. Ma questo si può anche chiamare neo-feudalesimo!