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«Cales», il grido della capitale Ausone soffocata dall’oblio arriva a Montecitorio.

Il giornalista Mele discute del potenziale di Cales, un patrimonio archeologico paragonabile a Pompei ed Ercolano, da riscoprire e valorizzare.

ROMA / CALVI RISORTA (Pietro De Biasio) – «Cales» non è solo un luogo. È «un grido soffocato dalla terra e dalle spine, una voce dimenticata che risuona tra i ruderi e nell’animo di chi ancora sa ascoltarla». Ed è proprio questa voce che ha vibrato forte nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, giovedì 27 marzo, all’evento dal forte valore simbolico, organizzato dall’Intergruppo Parlamentare «Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori». Al centro dell’incontro, intitolato semplicemente «Cales», c’è stata la denuncia e il grido di rinascita di un patrimonio storico e archeologico sepolto, dimenticato, e oggi pronto a riaffiorare grazie all’impegno di chi da anni lotta per la sua tutela. Presenti al tavolo dei relatori l’on. Alessandro Caramiello, dott. Tsao Cevoli, dott. Luca Coppola, dott. Ferruccio Fiorito, dott. Matteo Berdini, dott. Pino Aprile.

Il dibattito è stato moderato dal dott. Giovanni Barretta, che ha guidato la discussione evidenziando il valore strategico dell’antica Cales e di tutti quei siti che rappresentano non solo un’eredità culturale, ma anche un potenziale volano per il turismo e lo sviluppo sostenibile del territorio. L’intervento più sentito e vibrante è stato quello di Silver Mele, giornalista di Canale 8, che da tempo ha fatto della difesa di Cales la sua missione personale. Proprio al suo paese ha dedicato il libro «Cales, il grande oltraggio» un’opera che si intreccia con le sue battaglie e con il racconto di una città antica, oggi soffocata da «sterpaglie, rifiuti e dall’indifferenza». Sul suo profilo, il noto giornalista sportivo di Calvi Risorta ha voluto condividere il senso profondo del momento vissuto a Roma: «C’è aria oltre la botola infame che il destino ha ordito per Cales.

Ho 48 anni, neanche so più contare le battaglie che ho condotto per la splendida capitale Ausone che fu. Tutte, proprio tutte disinteressate. Oggi nella casa dello Stato ho sentito vibrare il cuore di Cales. Che è lì, sotto cinque o forse sei metri di terra, spine, monnezza. Urla Cales, ma come dice Pino Aprile, bisogna avere l’animo giusto per ascoltare. Intanto nessuno potrà mai accusarci di non aver messo tutto di noi stessi per la tutela della memoria». Un messaggio potente, che ha trovato eco nelle parole di Pino Aprile, presente anch’egli tra i relatori e noto per il suo impegno a favore del Sud e della sua storia dimenticata. Aprile ha sottolineato l’importanza di ascoltare quei luoghi che chiedono di tornare alla luce e che rappresentano una parte vitale della nostra identità collettiva.

L’evento ha ribadito che la rinascita di Cales non è un sogno irrealizzabile, ma una possibilità concreta, che richiede volontà politica, sensibilità e l’impegno di tutta la comunità. E le parole di Silver Mele, intrise di passione e determinazione, sono diventate il simbolo di una battaglia che non intende arrestarsi finché Cales non tornerà a splendere nella sua antica bellezza. Alla fine dell’incontro, un messaggio chiaro si è levato dalla Sala Stampa della Camera dei Deputati: il tempo del silenzio e dell’abbandono deve finire. Cales ha bisogno di attenzione, di ascolto e di azioni concrete per risorgere dalle sue ceneri. Grazie all’impegno di uomini come Silver Mele, che con il loro esempio dimostrano cosa significhi amare la propria terra, la speranza di vedere Cales rinascere non è mai stata così viva.