«Sanità negata e Asl politicizzata? Scatta l’ipotesi: «L’Ospedale di Teano ai privati».
«Una clinica convenzionata nel cui Consiglio di amministrazione possa sedere anche l’ente comunale, figura di garanzia per la cittadinanza».
TEANO (La riflessione politica) – «La chiusura dell’ospedale di Teano rappresenta non solo il fallimento della politica, ed il malaffare che la governa, ma rispecchia anche la condizione generale della sanità pubblica nel meridione d’Italia. Duole fare questa premessa ma purtroppo le cose, a mio avviso, stanno esattamente così.
Fu la politica a decretarne la chiusura nonostante la struttura fosse stata da poco ristrutturata, annoverandosi così trai i pochi nosocomi regionali idonei dal punto di vista della sicurezza. La stessa politica che decise il trasferimento di gran parte del personale e delle risorse a vantaggio dell’ospedale di Sessa Aurunca, nella Regione non vigila sull’operato dei dirigenti sanitari (tutti di nomina politica), non si cura del generale decadimento delle strutture e non si assicura che i lavori infrastrutturali vengano eseguiti a regola d’arte.
La sanità, si sa, è un affare politico perché intorno ad essa ruotano voti ed interessi economici e per questo che, considerata la nostra popolazione, vede Teano con scarso interesse. È una questione di numeri, almeno dal punto anagrafico, per chi ci governa poco conta la necessità di assistenza di una popolazione anziana che, d’improvviso, ha perso una delle poche certezze che aveva. Chi ci governa, al bisogno, se decidesse di farsi curare dalla sanità pubblica prenderebbe l’aereo e volerebbe verso nord, senza pensieri e senza rimorsi.
Al contrario però la sanità privata (convenzionata) può rappresentare per noi il vero punto di svolta poiché, almeno in Campania, i servizi offerti nel privato in molti casi paiono superare di gran lunga quelli offerti dal Pubblico, dimezzando oltretutto i tempi di attesa. L’attuale primo cittadino (così come gli illustri sanitari e burocrati che l’hanno preceduto) dovrebbe prendere in seria considerazione l’idea di offrire l’ospedale ad una società privata, strutturata, per ottenere in cambio una clinica d’avanguardia in specifiche branche della medicina (come ad esempio radiologia, ortopedia, oculistica, ecc… ), calibrate sulle generali condizioni della platea cui si rivolge, che accolga un reparto geriatrico ed un Pronto Soccorso degno di nota, dotato di mezzi di primo soccorso e rianimazione.
Una clinica privata convenzionata nel cui Consiglio di Amministrazione possa sedere anche il Comune di Teano, figura di garanzia per la cittadinanza, che in virtù di accordi potrebbe dar lavoro a qualificato personale indigeno, ora costretto per ragioni di opportunità ed economiche a migrare. Chi vive a Teano e nelle frazioni ha bisogno di rassicurazioni e certezze, così come ne ha diritto il personale sanitario che qui è chiamato a prestare la propria opera, servono stabilità e continuità! Nelle attuali condizioni, quand’anche dovessero riaprire i reparti, per quanto tempo continuerà a girare la giostra prima che si fermi nuovamente? O peggio… definitamente? L’autonomia differenziata, col tempo, potrebbe obbligarci a determinate scelte…» [F.to Fausto Stavolone].
LA NOTA DELLA REDAZIONE
Sanità, sembra una provocazione politica bella e buona (e forse lo è), la rivoluzionaria proposta formulata da Stavolone su queste colonne. Una cosa «semplice: affidare l’Ave Grazia Plena di via Roma nelle mani di un gruppo imprenditoriale privato; ammesso che ve ne sia uno disposto a tanto. Una ipotesi che altrove è realtà da decenni, come a Castel Volturno dove il privato è ormai incardinato nella rete pubblica, al punto che ha ottenuto la gestione in concessione anche del servizio del pronto soccorso.
Ma nel vuoto pneumatico di azioni concrete a difesa dei servizi sanitari locali (fatta eccezione che per il lavoro di un certo livello basato su un programma di azioni progressive della neonata Associazione difesa servizi sanitari) e al cospetto degli scippi di servizi perpetrati ai danni dei sidicini ci sentiamo di garantire che anche l’ipotesi dell’opinionista Stavolone, per quanto possa apparire estrema, alberga perfettamente nella mente e negli auspici di molti teanesi stressati, stanchi e sfiduciati; e non solo. Per forza, di fronte all’immobilismo politico totale, ai servizi non competitivi delle strutture pubbliche rispetto a quelle private, alla rassegnazione su questo di certi politici locali convinti che si possa fare tutto seduti in poltrona…
Per forza, di fronte al rischio di morire per strada, mentre da Teano un infartuato o una persona che ha ingerito del veleno viene trasferita a Piedimonte Matese o a Sessa Aurunca (CLICCA E LEGGI QUI), è destinata ad aumentare a dismisura la schiera di chi si fa i conti e dice: meglio il privato che i servizi pubblici che non ci sono e che i nostri politici non sono in grado di farci avare. Oddio, dovrebbero ricordarsi di questo anche nei seggi elettorali, ma questo qui il discorso di fa lungo. Di chi sono le colpe, a chi dobbiamo ringraziare per l’odierno catastrofico stato delle cose? Non lo diciamo, non lo scriviamo, per non rischiare di dire sempre le stesse cose. E anche perché il testo che ne verrebbe fuori, in questo senso, non sarebbe troppo diverso da quello elaborato nella puntuta critica politica di Stavolone.