Economia Politica

Impianto di rifiuti speciali Gesia a Teano, la decisione del Tar: martedì 14 gennaio.

Una «bomba ecologica» che i cittadini non possono tollerare. Sarebbe la pietra tombale della città.

TEANO (Fernando Zanni) – Il prossimo 14 gennaio 2025 il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Campania dovrà decidere se annullare o meno l’Autorizzazione Unica rilasciata alla Gesia dalla Regione Campania per costruire a Teano una delle più grandi piattaforme regionali per rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi.

Insomma, dovrà decidere se da Comune rurale marginale, quale è adesso Teano, ma con grandi potenzialità di sviluppo agricolo, turistico, culturale, etc. etc., dovrà «evolvere», si fa per dire, verso il paese-guida dei rifiuti ospedalieri, delle vernici e oli combusti e tanti altri rifiuti pericolosi.

Una diabolica metamorfosi: dalla città più importante, dopo Capua, sulla via latina; da grande attrattore turistico (in vitro), facendo parte integrante del Vulcano di Roccamonfina, ad «hub» dell’immondizia, crocevia e rete regionale/nazionale dei traffici di rifiuti pericolosi. Sarebbe un capitombolo, un disastro irrecuperabile.

L’impatto ambientale, economico e sulla salute pubblica dell’impianto di rifiuti speciali sulla città sarebbe disastroso.

Che l’impianto di rifiuti speciali rappresenterebbe la più grande sciagura per la città, dopo il livello e la qualità della sua classe politica, è dimostrato non solo dall’opinione di tanti qualificati osservatori esterni o da quella di chi scrive ma dalla sua stessa potenziale e dannosa impronta economico-ambientale e sociale. Intanto, la Città di Teano faticherebbe molto di più a realizzare il modello di economia e di Comunità assegnatole dalla programmazione regionale e provinciale, ovvero quello di una Comunità facente parte del Vulcano di Roccamonfina, che deve puntare tutte le sue carte sulla natura, sull’agricoltura di qualità, sui suoi beni culturali, archeologici e paesaggistici, sul turismo colto, sull’artigianato artistico, sul piccolo commercio e sulle piccole e medie imprese di eccellenza.

Conseguenze sulla salute pubblica

 D’altra parte, gradualmente, inizierebbero a farsi sentire anche le inevitabili conseguenze sulla salute pubblica: aumento delle polveri sottili nell’aria, dovuto anche al traffico pesante in entrata e uscita dall’impianto; rischi di incendi colposi o dolosi, con possibili nubi tossiche spinte dal vento; pericoli e rischi per le falde acquifere; ridimensionamento del  potenziale turistico della città; danni all’agricoltura e ai prodotti di qualità (nocciole, miele, frutta, etc. etc.); danni all’immagine delle piccole e medie imprese locali.

Il paradosso è che la stessa Regione con la legge n. 13/2008 (Ptr) ha individuato il territorio di Teano – unitamente ad altri comuni dell’Alto casertano – come serbatoio regionale di biodiversità, area a dominanza naturalistica. 

Non è uno scherzo da prete, e nemmeno una barzelletta. È tutto vero. In palese violazione della programmazione di sviluppo territoriale della Regione Campania (Ptr), in contrasto con la programmazione di dettaglio del Ptcp e in «profanazione» del divieto previsto dal PRGRS di costruire impianti di rifiuti speciali sul territorio di Teano, la Regione, forse impaurita dalla Gesia, si è data la zappa sui piedi autorizzando l’impianto, mentre l’impavido Comune di Teano non ha visto, per tempo, né gli strumenti normativi che tutelano la Città ( a partire dalla approvazione del PUC), né la zappa.

Fuor di metafora, se per avventura e malauguratamente il Tar dovesse avallare l’operato della Regione e, dunque, consentire la costruzione dell’impianto, Teano rischierebbe di diventare una succursale della «terra dei fuochi», ma si aprirebbe anche una vertenza di natura politica, ovvero la ricerca puntuale delle responsabilità della Giunta Scoglio, che dovrebbe dar conto di molti errori e dimenticanze.