Curiosità

Suor Cécile e il gesto d’amore di fine anno: libera una colomba, segno di speranza per il futuro del Monastero.

L’elegante volatile, incastrato nelle vetrate dell’edificio di Santa Carina sarebbe morto di fame e di sete.

TEANO (Elio Zanni) – Religiosa del Monastero Santa Caterina, ricevuta una segnalazione, corre a salvare la vita a una colomba Livia in difficoltà. E ci riesce. Il piccione, dal piumaggio bianco nella parte superiore e dal petto grigio, di taglia media, di quelli caratteristici che ancora coronano, col loro elegante volo, la maestosa mole dello storico edificio claustrale, era rimasto incastrato tra le vetrate di una delle finestre del palazzo, al piano rialzato.

A muoversi, lasciare ogni cosa delle incombenze che stava sicuramente svolgendo in un complesso così articolato e a ringraziare, addirittura, per la segnalazione ricevuta, risulta sia stata Suor Cécile (religieuse Cécile), monaca giunta da molti anni a Teano, di nazionalità francese. Un’azione bellissima, densa di significati reconditi, anche e soprattutto per la rapidità d’azione, per la soddisfazione espressa con un sorriso velato solo dal vetro traslucido e un sospiro di sollievo dalla stessa protagonista; fortunosamente udito. Un atto coronato dal volo della colomba bianca, rimasta incastrata tra quei vetri non si sa da quanto tempo e liberata non appena avvistata dall’esterno stamattina presto, emblematicamente nell’ultimo giorno dell’anno: oggi, 31 dicembre 2024.

È ben difficile, è una specie di sogno, ma come non pensare o sperare che quel volo liberatorio, quel battito d’ali di fine anno possa in realtà essere un segno, simbolo di buon auspicio per il Monastero. Un’organizzazione che in terra sidicina, benché sostenuta da accorti accoliti, avrebbe in realtà bisogno dell’intervento d’ulteriori religiose, pronte ad affiancare quelle che ancora esistono e resistono tra quelle antiche mura. Tanto, per perpetuare in Largo Giardino a Teano una tradizione monastica benedettina, dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento, che affonda le sue radici nel lontano 1554. Un augurio un pò illusorio in questo periodo di crisi delle vocazioni, ma come tutte le grandi illusioni ugualmente bellissimo.