Un incontro tra memoria e impegno: il Gruppo Scout Teano 1 presenta «Per rabbia e per amore» di Raffaele Sardo.
Appuntamento per ricordare don Peppe Diana sabato alle ore 17 nella Sala Conferenze del Seminario in Piazza Duomo.
TEANO (Pietro De Biasio) – Un evento di riflessione e impegno. Appuntamento sabato 9 novembre alle ore 17.00 nella Sala Conferenze del Seminario in Piazza Duomo. Il Gruppo Scout Teano 1, promotore dell’incontro, presenterà il libro di Raffaele Sardo, «Per rabbia e per amore, le impronte dei passi di don Peppe Diana». Un’occasione per riscoprire la figura di don Peppe Diana, sacerdote e martire della lotta alla camorra, ucciso a Casal di Principe il 19 marzo 1994. L’evento sarà aperto dai saluti di Sergio Balbo, capo scout del Gruppo Teano 1, dell’avv. Giovanni Scoglio, sindaco di Teano, di Fabio De Gemmis, referente di Libera Provinciale Caserta, e di Francesco Cirillo, rappresentante dell’Agesci Campania settore Giustizia, Pace e Nonviolenza. A seguire, il programma prevede gli interventi dell’ing. Giuseppe Vozza, sindaco di Casagiove e capo scout, e di Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Peppe Diana.
Lo stesso autore il giornalista Raffaele Sardo interverrà per offrire una panoramica sulle vicende narrate nel libro, insieme a Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo, e Sessa Aurunca. A moderare l’incontro sarà Francesco Mastrati, capo scout del Gruppo Teano 1 e referente di Libera Teano. «Per rabbia e per amore» è un viaggio nella vita e nell’impegno di don Peppe Diana, raccontato attraverso un espediente narrativo carico di simbolismo: l’incontro tra il sacerdote e sua madre, Iolanda Di Tella, scomparsa nel 2020, che «avviene in un luogo non precisato, ma che io immagino sia il Paradiso», spiega Sardo. Un tocco che evoca il terzo canto dantesco, «quello della luce», dove si intrecciano le vicende religiose e di resistenza civile di don Diana. «Il libro non è solo una cronaca, dice l’autore, ma una riflessione sul suo profilo religioso, perché quello che manca spesso nei racconti è proprio il profilo spirituale di don Peppe».
Sardo analizza la figura di don Diana partendo dal 19 marzo, data significativa sia nella sua vita, quando nel 1981 scrisse il proprio impegno vocazionale, sia nella sua morte, segnata dalla violenza camorristica. Ma la sua scomparsa non ha fermato il desiderio di rinascita: il 19 marzo, per molti, è diventato un simbolo di riscatto per Casal di Principe e per l’intera Campania. Come ricorda l’autore, «Chi pensava che la morte di don Peppe avrebbe fermato una storia che guardava alla rinascita di una terra inzuppata di sangue, si sbagliava». E da quel tragico giorno, la comunità di Casal di Principe ha vissuto una straordinaria mobilitazione civile e politica. Un percorso di rinascita che è stato possibile grazie all’impegno dello Stato, delle associazioni, e dei cittadini che, negli anni, hanno fatto della memoria di don Diana una bandiera di resistenza e speranza.
Chi scrive, infine, ricorda bene quel 21 marzo del 1994 perché partecipava, da scout, al funerale di don Peppe Diana. In quel giorno, la piazza era un mare di «foulard» colorati e volti segnati dalla rabbia e dal dolore. C’era una sensazione di vuoto, ma anche di determinazione; sentivamo di dover raccogliere il testimone di quel sacerdote che aveva dato tutto per la sua gente. E oggi tornare a parlare di don Peppino, attraverso le pagine del libro Sardo e le voci di chi l’ha conosciuto e raccontato, non è solo un modo per ricordare. È un rinnovato impegno a coltivare la speranza in quella «rinascita civile» che lui sognava per la nostra terra.