Amedeo Maiuri: «Era Teano la prima città di Monte». Caspita!
«La città va curata, va amata e difesa, perché Teano siamo noi, abbiamone cura».
TEANO (GIULIO DE MONACO) – «Era Teano la prima città di Monte», scrive con la sua prosa fantasmagorica il professor Amedeo Maiuri, faro luminoso dell’Archeologia campana, in particolare pompeiana e della valle del Sarno. Per conoscere Teano non basta dire «dove posso trovare notizie su Ludovico Abenavolo?», oppure «dove posso trovare notizie su Ottavia?». Alcune notizie si possono leggere sui monumenti, tipo la Cattedrale, dove è incastonata un’edicola funeraria.
I titolari della stele funeraria sono: Lucio Mario Africano e la moglie Herennia Pafia. Una coppia di Sidicini, probabilmente da come sono vestiti, dalla postura, del I secolo avanti Cristo. Il titolare della tomba deve essere senz’altro un cavaliere o possedere qualche titolo maggiore dall’anello che gli risalta dalla mano sinistra. La moglie Herennia, discreta, con un peplo (termine derivante dal greco e a sua volta mutuato dal latino ad indicare una semplice tunica femminile), la testa coperta da un velo sottile, seminascosta dal velo stesso. È in netto contrasto con le pettinature elaborate dell’età imperiale. Pettinature da urlo, in tutti i modi. Si sa bene come fosse particolarmente diffusa la cosmesi in età imperiale.
Dunque, per conoscere Teano bisogna avere nozioni di storia romana, storia del Vicino e Medio Oriente antico, del Mediterraneo e della Francia. I romani hanno romanizzato la Gallia, denominazione latina della regione comprendente l’odierna Francia e Belgio, oltre ad ampie porzioni di Germania, Svizzera e Paesi Bassi. La romanizzazione ha lasciato un’impronta profonda sulla cultura, la lingua e le istituzioni di queste regioni. Tanto è vero che proprio chi scrive, a Malton, Inghilterra, un paesino simile a Casamostra, frazione di Teano, ho trovato in un museo locale addirittura una biga completamente intatta e degli elmi; ma la storia si spiega così. La presenza di reperti romani anche in luoghi apparentemente remoti come Malton è dovuta alla vasta espansione dell’Impero romano e alle intense attività commerciali che si svolgevano lungo le vie consolari.
In Italia, dopo una battaglia, i sopravvissuti recuperavano tutto ciò che poteva essere utile, quindi spazzavano via ogni cosa, tranne le parti danneggiate: cocci, frammenti di cinturoni e altro. Questo perché Teano era una nazione guerriera, ma per necessità difensive. Costretta a difendersi dai Sanniti e dai Romani e dagli altri popoli circonvicini. La regola era: difendere le proprie terre, i propri averi, la propria identità. «Era Teano la prima città di Monte». Sembra un tormentone, ed è così bello tormentarsi con questo tormentone. Teano va curata, va amata, va «lisciata»; mi sia consentito questo temine atipico. Per conquistare questo mio sermone, questo mio quaresimale concludo dicendo: Teano siamo noi, abbiamone cura.