Cronaca bianca

Il Documento. «Batteri Coliformi ed Enterococchi intestinali», ecco cosa ha trovato l’Asl nell’acqua di Teano dal 24 settembre 2024. Scandaloso.

Il comune sapeva, ma ha agito solo su imposizione Asl l’11 ottobre 2024. Divieto dell’uso dell’acqua.

TEANO (EZ) – Ecco cosa ha trovato l’Unità operativa prevenzione collettiva dell’Asl Caserta nell’acqua di Teano: «Batteri Coliformi ed Enterococchi intestinali». Lo dice la stessa nota Asl del 10 ottobre 2024, quella famosa comunicazione che si voleva – da teanoce.it – il comune pubblicasse contemporaneamente all’ordinanza di proibizione dell’uso dell’acqua per uso potabile e alimentare, firmata dal sindaco di Teano, Scoglio.

Molecole di escrementi nell’acqua potabile

Batteri Coliformi ed Enterococchi intestinali: tradotto per tutti: molecole di escrementi umani nell’acqua potabile. Ma cosa dice la scienza medica in merito ai pericoli per l’ingestione di tali sostanze? «L’ingestione di acqua o alimenti contaminati da coliformi può causare disturbi gastrointestinali come diarrea, crampi addominali, nausea e vomito. In alcuni casi, possono causare infezioni più gravi, come polmonite o infezioni del tratto urinario. Bisogna come minimo per forza far bollire l’acqua prima di qualsiasi suo utilizzo. Gli enterococchi intestinali, sono similmente un genere di batteri largamente presenti in natura nel materiale fecale dei vertebrati, uomo compreso. Microrganismi, tipicamente presenti nelle feci dei vertebrati, possono provocare un’ampia gamma di infezioni negli esseri umani». Un bel rischio davvero, soprattutto per bambini, persone anziane e immunodepresse.  

I prelievi e la sequenza di non conformità

E ora passiamo a cose non meno sgradevoli degli enterococchi intestinali: la lentezza con la quale, a nostro giudizio maturato dalla lettura di quanto emerge dalla comunicazione Asl, è stata trattata tutta la materia dell’acqua potabile contaminata. Sempre la nota Asl del 10 ottobre 2024 svela subito che ci troviamo al cospetto non del primo ma del secondo avviso trasmesso al comune di Teano. Infatti, parla della scoperta «della seconda non conformità del campione di acqua presso il fontanino pubblico di Sant’Antonio». Della prima non conformità non abbiamo tracce e nemmeno informazioni… anche perché non c’è stata nessuna ordinanza di proibizione dell’uso dell’acqua potabile.

C’è stato dunque un primo prelievo e una prima non conformità, poi un tentativo di clorazione aggiuntiva (cloro aggiunto nell’acqua) che però non è servito a distruggere i batteri. Tanto che anche le successive analisi sono risultate da allarme rosso e l’ASL ha letteralmente imposto al comune «interventi al fine di garantire la salute pubblica» per abbattere la presenza di tracce di «cacca umana» nell’acqua dei teanesi del centro.

Le date da paura. Il Comune sapeva tutto dal 24 settembre 2024

ATTENZIONE ALLE DATE. «Si comunica alla S.V. – dice l’ASL al comune di Teano e quindi anche all’amministrazione comunale – che il campione di acqua prelevato, in data 03/09/2024 – LEGGETE BENE 3 SETTEMBRE 2024 – da nostro personale, è risultato per la seconda volta non conforme ai requisiti previsti dal D.LGS. 18/23, come da rapporto di prova n0202417633 Inviato dall’ARPAC in data Odierna». Per data odierna l’ASL intende sempre quella del secondo avviso, poi pubblicato – dopo gli articoli della «stampa ostile» in primis teanoce.it cui hanno fatto seguito tante fantasiose clonazioni – nel tardo pomeriggio del giorno 11 ottobre 2024.

ATTENZIONE ALLE ALTRE DATE. Nota ASL: «Considerata nota della scrivente UOPC del 24/09/2024 (prima non conformità); Vista la nota del Comune di Teano del 27/09/2024 che riferiva dell’intervento di clorazione aggiuntiva; Considerata l’ulteriore non conformità al campione di replica del 08/10/24 comunicato dall’ARPAC prot. Asl CE N° 0242253 del 10/10/2024, Si RITIENE NECESSARIO che la S.V. adotti tutti gli interventi al fine di garantire la salute pubblica, tra cui, adottare con urgenza gli accertamenti tecnici per la verifica delle cause che hanno determinato le non conformità, nonché i provvedimenti opportuni per la risoluzione definitiva delle stesse, e come misura immediata disporre la sanificazione del tratto di rete interessato, assicurando che la clorazione sia portata ai valori previsti per le acque destinate al consumo umano. Emettere nelle more, a tutela della salute pubblica, ordinanza di divieto di utilizzo per il consumo umano dell’acqua del tratto di rete questione, fino ad avvenuto ripristino delle condizioni di conformità dal D.Lgs 18/23».

«Vor dì che te la piji nder culo»

«Madonna mia benedetta», direbbe Lino Banfi, ma qui si scherza con il fuoco: si attende che sia ASL a imporre provvedimenti (poi vedremo a chi si rivolgerà il comune e cosa metterà in moto per scovare veramente il problema e risolverlo e in quanto tempo) e si procede con una misteriosa, enigmatica «CLORAZIONE AGGIUNTIVA». Ma che significa aggiuntiva? Prima dell’aggiunta in che percentuale era presente il cloro nei serbatoi di accumulo? E che quantità di cloro è stato poi versato nell’acqua? In che modo? Cloro che se presente in eccesso trasforma l’acqua in varechina, candeggina buona per lavare pavimenti zozzi? «Nonna, m’hanno fatto un buono, che vor dì?» diceva Verdone alla nonna (Sora Lella) che subito rispondeva: «Vor dì che te la piji nder culo». Ma che roba è «che vor dì» questa aggiunta di cloro senza un dato tecnico reso noto, senza un report fotografico, senza assistenza di specialisti chimici ed esperti di acquedottistica?

Il documento Asl/Ce

Per altri dubbi, perplessità e problemi, si rimanda alla lettura della famosa nota ASL/Ce invocata oggi per tuttala giornata e fino al tardo pomeriggio del 11 ottobre 2024. Buona lettura.