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Il Video. Di nuovo in tilt l’impianto idrico Sant’Antonio: S’infittisce il mistero sui controlli e sui tempi di riparazione.

Ma chi copre i costi delle riparazioni a scadenza e dei continui esperimenti dei tecnici «scienziati»?

TEANO (Elio Zanni) – Una copiosa perdita d’acqua è in corso dall’impianto di stoccaggio e rilancio situato nella collina di Sant’Antonio. La stazione idrica di Sant’Antonio alimenta con un sistema primordiale i serbatoi di Casi e Casamostra. Col l’impianto Sant’Antonio in tilt, l’acqua defluisce dai dispositivi interni fino all’ingresso dell’impianto, riversandosi in strada. Una vicenda assurda. Si tratta di un guasto che si ripete da anni, e il comune di Teano continua a pagare ripetutamente le stesse ditte – una in particolare – per eseguire sempre le riparazioni. Il risultato? L’impianto è di nuovo guasto. Intanto, il denaro è stato incassato dai privati e non verrà mai più restituito. Ma il problema sembra non esistere, tanto a pagare saranno i cittadini teanesi con la prossima fatturazione.

Esiste ormai una vasta documentazione sui guasti precedenti, con decine di articoli di giornale che potrebbero essere aggiornati con quanto accaduto oggi, 5 settembre 2024. La dispersione dell’acqua ha assunto contorni paradossali in una città in cui molte frazioni sono a corto d’acqua, e alcuni quartieri del centro storico lamentano bassa pressione nonostante si trovino in zone orograficamente basse. «E io pago!», diceva il grande Totò. Tecnicamente l’ acqua arriva alla stazione idrica di Sant’Antonio dal serbatoio idrico di Santa Reparata semplicemente per caduta. Santa Reparata si trova su una collina e più in alto di Sant’Antonio. Tutti gli impianti di Teano sono SCOORDINATI funzionano a prescindere da ciò che accade o non accade ai punti di accumulo e quindi secondo logiche primordiali. Una vergogna che perdura nel tempo.

I «finti asini» che incassano dal comune

L’acqua dispersa, in termini di costi finirà per gravare sulle tariffe nelle bollette dei contribuenti ma, intanto, i pagamenti già fatti in forma e tempi differenti alle ditte intaccano le già esigue casse comunali. Nulla fa pensare che i tecnici incaricati delle «riparazioni temporanee» o con scadenza siano incompetenti. O come si dice «asini». No, non lo sono affatto. Non sono asini, sarebbe un’offesa. Non sono asini anche perché tutte le prove tecniche che stanno facendo per risolvere il problema portano soldi nelle loro tasche- E poco importa ormai se l’effetto collaterale è quello di uno schiaffo all’Ecologia e carenza del prezioso liquido e al fatto alla fine della fiera ne pagheranno le conseguenze i cittadini a suon di bollette. E a nulla valgono, in questi termini, manovre di ripiego come gli accordi quadro, perchè il cerchio comunque non si chiude… E quindi, in buona sostanza, gli asini siamo noi.