«Acqua a peso d’oro» per i cittadini, la Giunta Scoglio vara la triplicazione del costo dell’acqua in bolletta. E piange…
Una catastrofe, per famiglie e attività commerciali locali: bar, ristoranti, autolavaggi, parrucchieri.
TEANO (Elio Zanni) – Buon 1 agosto? Assolutamente no per i teanesi, per i quali arriva in sostanza la triplicazione del costo dell’acqua a metro cubo. Si preannunciano tempi duri per famiglie e commercianti. L’amministrazione comunale retta dal sindaco Giovanni Scoglio, infatti, ha fatto sapere che la Giunta ha appena varato un «sensibile aumento delle tariffe del servizio idrico». Questo nel silenzio succube e assordante – per quanto ne sappiamo – di tutti i consiglieri di maggioranza. Si parla di aumenti da paura. Un esempio? Se prima per l’acqua si pagava 80 centesimi a metro cubo, adesso di parla di 3 euro: il triplo, insomma.
Scoglio chiama la comunicazione «Avviso alla cittadinanza», ma avvisi del genere si fanno più correttamente prima, non dopo aver già deciso e fatto tutto. Gli avvisi postumi possono solo tradire tentativi di blindarsi da sicure critiche di massa. Ma anche per questo si ritiene forse di avere un rimedio. Quale? Con il pianto greco e parlando del «senso di responsabilità e l’amore profondo verso la Città» sfoderato dalla Giunta che ha approvato gli aumenti tariffari. Come a dire che i cittadini ora dovrebbero beccarsi gli aumenti in bolletta e imitando i ben pagati assessori: tacere. Stare zitti e mosca per «senso di responsabilità e amore profondo verso la Città». Sindaco, ma davvero crede che di fronte a simili tragedie basti una lacrimuccia e il «coraggioso» esempio della Giunta per limitare il legittimo disappunto dei sidicini?
Anche perchè il disastroso stato economico e finanziario in cui si trova l’Ente oggi è il prodotto del «lavoro» scientificamente dannoso fatto dagli amministratori pubblici (nessuno escluso), che si sono alternati nel tempo a palazzo San Francesco. Così che oggi Teano esce dalla tariffazione Arera (Autorità di regolazione di energia reti e ambiente) che stabilisce precisi limite di tariffazione e passa alle prerogative lacrime e sangue del Tuel, il testo unico delle leggi sull’Ordinamento degli enti locali. Leggi e regolamenti che per quanto concerne i comuni ridotti così come il nostro – in pieno predissesto finanziario – dice agli amministratori di coprire almeno dell’80 per cento il costo del servizio. Come? Con i soldi sottratti dalle tasche dei poveri cittadini-contribuenti-tartassatti-maltrattati e onesti.
Inutile nascondersi dietro a un dito, dunque, Inutile cercare di giustificare la cosa magari con future interviste di comodo e tardive conferenze stampa: sarà un disastro per le famiglie e potrebbe essere la catastrofe, la fine, la chiusura, per chi utilizza l’acqua della rete idrica per la propria attività commerciale: bar, ristoranti, autolavaggi, parrucchieri. Ma ci si rende consto di questo oppure il caldo ha dato alla testa un po’ a tutti?
Quindi è più che lecito, anzi normale, che sull’Amministrazione in carica, che rappresenta, tra l’altro, in molti casi, la perfetta continuità politica di quelle precedenti, piovano le critiche (ancora rare per ora) delle forze di opposizione. È il minimo. E che nessuno si senta assolto. Tantomeno la cervellanza del governo Scoglio del quale non si conoscono, non si ha contezza, di azioni concreta posta in campo in questi due anni e mezzo di amministrazione. Azioni tese ad arginare efficacemente, per esempio, il fenomeno degli allacci abusivi, degli sprechi d’acqua potabile, dell’evasione o elusione da tasse, imposte e contributi comunali.
Nel campo degli sprechi spiccano proprio quelli pubblici, come la mancata riparazione delle perdite idriche (di cui esiste ed è stata mostrata proprio da teanoce.it una mappa delle dispersioni) da una rete sulla quale si continua a operare con metodi artigianali e sistemi barbari. Eppure a chi commissiona le riparazioni e a chi le esegue basterebbe consultare il Manuale delle giovani marmotte per capire come evitare, lavorando, di peggiorare ulteriormente la situazione delle reti di avvicinamento e distribuzione stressate da continui sbalzi di pressione e dal transito in città – anche in zone proibite – di veicoli pesanti.
C’è poi il capitolo della mancata opera di individuazione delle falle occulte. Opera possibile, che occorreva includere, per esempio, nel «favoloso» accordo quadro sottoscritto con una ditta privata locale. Accordo che, manco a dirlo, sta mostrando tutti i suoi limiti essendo partito come panacea di tutti i mali per essere poi ridotto – a attimo prima della sottoscrizione – a mero impegno di manutenzione ordinaria.
Ancora un esempio, l’ultimo per ora. Ci risulta che le due pompe presenti in prossimità del campo sportivo Garibaldi a Sant’Antonio che spingono l’acqua a Casi e Casamostra siano sempre in funzione H24, 365 giorni all’ anno e se i due serbatoi che alimentano, presenti nelle due frazioni, si riempiono le pompe continuano a spingere acqua nella condotta premente. Acqua che poi fuoriesce dai serbatoi e finisce nelle fogne. Un fatto gravissimo, da accertare, eleminare subito. Immediatamente. Anche questi sprechi, questi veri e propri atti criminogeni nei confronti delle casse dell’Ente, si troveranno a pagare in bolletta i cittadini onesti e tartassati.
La gente ormai non legge o legge poco, quindi ci fermiamo qui. Ma di cose da eccepire, denunciare, ce ne sarebbero ancora tante. Informazioni, fatti e circostanze che sarebbero magari risultate utili assai prima, a monte dell’ormai obbligato e catastrofico provvedimento della Giunta Scoglio. Ma forse nel rispetto di una tradizione di cultura democristiana stratificatasi nei decenni e accuratamente tramandata da padre in figlio, la classe politica al potere preferisce evidentemente confrontarsi sempre dopo con i sui «disamministrati» e mai prima. Non finisce qui.