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Viaggio nel Degrado- Una foresta di nome «via Saetta», nel quartiere Sant’Abate.

Non esiste un programma all’Ufficio ecologia che dia certezza del giorno o il mese del taglio siepi.

TEANO (ez) – Erbacce, escrementi, rami e foglie che occludono il passaggio: ecco una strada di Teano che ha la sola colpa di non essere sotto gli occhi di tutti. Una via comunque è molto frequentata, utilizzata soprattutto dai ragazzi. Solo che qui si applica la regola contenuta nel vecchio adagio: Occhio non vede, cuore non duole.

Si tratta della cosiddetta via Saetta, passa nei pressi di una scuola pubblica, una sezione dell’Alberghiero, ma può servire e anzi serve anche per accedere nei pressi al Centro per l’impiego di Teano. C’è un varco sempre aperte: un cancello, da quelle parti. In più con i suoi oltre 200metri rappresenta una variante- scorciatoia tra Borgo Sant’Antonio Abate e via orto Ceraso. Utilissima. Più di così? Eppure è trascurata. Una foresta di spine. Tanto nessuno se ne accorge, non si vede, non è sotto gli occhi di tutti.

Siamo a Borgo Sant’Antonio Abate, alla traversa si accede dal lato sinistro di un fiorista di fianco a una tabaccheria. Basta fermarsi un attimo per osservare il luogo e il primo passante che s’infila giù per quel vicoletto che tutti chiamano «Saetta» rende chiaro quale sia l’umore generale di coloro che l’utilizzano come scorciatoia: «Di questo passo, dove cresceranno i nostri figli?».

Non esiste un programma all’Ufficio ecologia comunale. Nessuno può avere certezza del giorno o del mese (forse dell’anno) in cui si procederà al taglio siepi. Molto peggio del servizio spazzamento, dunque. Per lo spazzamento qualcosa accade, bisogna ammetterlo. In giro gente con le ramazze se ne vedono. Rimandiamo a una prossima occasione la qualità del servizio. Ma sfido chiunque ad avere certezza del giorno in cui gli operatori potrebbero passare a spazzare una determinata via: la vostra.

L’ultimo calendario del servizio spazzamento risale all’epoca del sindaco Dino D’Andrea, poi se ne sono perse le tracce e ora tutto appare procedere a ruota libera, con pulizia random, a caso, dove è più grave, dove la gente fa più «casino», quella che indica come da spazzare o ripulire dalle erbacce subito il consigliere comunale di turno; chissà. Non parliamo poi per le erbacce che crescono rigogliose anche per le vie del borgo medioevale. Un esempio per tutti? Provate a scendere Gradoni Santa Caterina da Largo Giardino, poco distante e sotto al Museo. È una vergogna.