Politica

Europee, fuga dalle urne: l’affluenza più bassa nella storia della Repubblica.

Ipotesi di un flop. Candidati sconosciuti e ordini di scuderia. E le elezioni si riducano a «ludi cartacei».

Teano & Oltre / ITALIA MERIDIONALE (Claudio Gliottone) – A bocce ferme, ma ancora calde per non aver ancora raggiunto un rispondente risultato, vorremmo esaminare in generale alcuni aspetti della recente tornata elettorale europea.

CLAUDIO GLIOTTONE

Abbiamo votato nelle IV circoscrizione, quella dell’Italia Meridionale, comprendente cinque Regioni (Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria) per un totale di 11 milioni e 916mila e 900 elettori aventi diritto, dei quali hanno espresso il voto solo 5 milioni e 210 mila e 262 votanti, pari al 43,72 del totale: vale a dire 4 persone e quasi mezza su 10, meno della metà degli aventi diritto.

In pratica queste 4,3 persone hanno scelto anche per le restanti 5,7!

Un primo dato alquanto scioccante: partecipazione popolare sempre più in calo.

Seconda considerazione: mi piacerebbe sapere quante persone, tra qui cinque milioni di votanti, «conoscessero per bene», per averlo fisicamente visto, per averne ascoltato direttamente o indirettamente le sue personali proposte, per averne acquisito un significante giudizio e, soprattutto, per condividerlo coscientemente!

Praticamente e ad esempio: quanto ne sa un votante di Minervino Murge di un candidato di San Pietro Infine, posto nella lista che a lui piace e che ha votato magari solo per «ordine di partito»? Considerando la grande pletora di candidati perché, pur nella stessa lista, ha scelto proprio lui e non un altro, assodato che non potesse conoscere né l’uno né l’altro, pur ammettendo la estrema potenza medianica oggi esistente?

È allora evidente che la scelta degli eletti NON dipende dalla scelta responsabile e sincera degli elettori, MA dalle indicazioni utilitaristiche e «inciucistiche» degli apparati di partito.

Infatti gli eletti al Parlamento Europeo sono per la maggioranza sempre gli stessi, per una, due ed anche tre legislature, come qualche esponente nostro concittadino. E la domanda sorge spontanea: per ottenere ciò sono tutti dei “Cavour” meritevoli di veder premiate le loro capacità politiche superiori, o esiste qualcos’altro che li fa emergere e preferire nella organizzazione dei partiti?

In ogni caso NON È mai, in queste elezioni in enormi circoscrizioni, il cittadino a scegliere e sostenere il SUO candidato.

Vero è che il tipo di rappresentanza nell’Unione Europea è prevalentemente «politico» e non «localistico», e allora perché scomodare quasi dodici milioni di cittadini solo per convalidare scelte fatte da organismi di partito e loro imposte solo per “ratifica”.

Credo sia la più occulta e subdola NEGAZIONE di ogni principio democratico solo per mascherare una precisa «presa per i fondelli».

Tanto già basterebbe a giustificare il sempre più crescente astensionismo.

Mussolini definiva le elezioni «ludi cartacei»: ma lui lo faceva con disprezzo ed arroganza sapendo che contavano molto di più, per i suoi interessi, le intimidazioni e le sopraffazioni delle sue squadracce.

Anche a noi, ma solo per i citati aspetti, forse subdolamente equivalenti a quelli prepotenti e autoritari, pare che elezioni di questo tipo si riducano negli effetti a nient’altro che «ludi cartacei».