«Il cittadino attivo e il pescivendolo»: una favola sidicina di promesse, delusioni e sprechi infiniti di acqua potabile.
Il tallone di Achille dell’accordo quadro gestione rete idrica nelle Mappa delle perdite: via Carrano, cimitero centrale, via Gradavola e bivio di Teano Scalo. Poi c’è la perdita di Sant’Antonio: torna una volta al mese.
TEANO (IL DIRETTO) – «Stamattina è fresco il pesce, sembra vivo», così grida il pescivendolo passando tra le case. La casalinga si affaccia al balcone, lo vede e scende. La massaia vuole cucinare il pesce per tutta la famiglia. Ma se il pesce non gli fosse stato necessario per cucinare, la casalinga nemmeno si sarebbe affacciava e forse la voce roca del pescivendolo le avrebbe dato pure fastidio.
È così. Questo succede quando la richiesta e l’offerta non si incontrano. Si finisce per offrire qualcosa a qualcuno che non la vuole. Così l’affidamento del servizio acquedotto a una Ditta locale. L’operazione aveva lasciato presagire una svolta radicale nella gestione della rete idrica comunale, ovvero nella sua manutenzione e nella continuità del servizio.
La svolta: finalmente mai più perdite di acqua che si protraevano per mesi sversando e sprecando quantità paurose del prezioso liquido. «Evviva», questa l’espressione o il pensiero di chissà quanti cittadini: non tutti però…
Ma comunque, come accade in ogni buona favola, con una simile speranza ecco che i cittadini più fiduciosi avevano iniziato a segnalare perdite di acqua presenti su tutto il territorio comunale. Tanto ci saranno delle veloci e durature riparazioni: questa la speranza diffusa.
Ma siccome non tutte le favole hanno un lieto fine ecco che voltando la carta appaiono immagini che rovinano l’incanto: l’acqua scorre abbondante al bivio di via Carrano, i giunchi del cimitero così bene «innaffiati» sono prossimi alla fioritura e si aggiungono altri due rivoli di acqua: in via Gradavola e al bivio di Teano Scalo.
Ed è trascorso ben oltre un mese dalla prima segnalazione ufficiale. Insomma, c’è un nuovo contratto, c’è una nuova spesa, c’è un nuovo gestore stavolta privato, ma il tempo passa e nulla è cambiato. Non è cambiata nemmeno la perdita degli impianti ubicati in collina Sant’Antonio che torna imperterrita quasi una volta la mese. É vero l’accordo quadro evita ripetuti pagamenti a fronte di ripetute dispersioni, ma l’inefficienza degli interventi e i relativi disagi vissuti dai cittadini dove ce li mettiamo?
A parte la collina l’ acqua continua a scorrere in troppi punti della rete e il «cittadino attivo», quello dei quartieri direttamente interessati, o quello che gira per strada ogni giorno per lavoro e persino «Il Diretto» che alla fine sempre un cittadino attivo rappresenta: si trasforma inevitabilmente per i diretti interessati in un emerito rompiscatole.
Speriamo che non sia così e che le nostre note giornalistiche per quanto critiche vengano prese per quelle che sono: un pungolo, uno stimolo a migliorare le cose, uno sprone perchè le ditte pagate rendano esattamente il servizio per cui sono state pagate. Così come gli amministratori pubblici, in particolare quelli di maggioranza e più precisamente della Giunta comunale.