Cronaca bianca Inchieste

Il Domenicale. Lavoratori fantasma ex Apu, il caso limite di De Biasio: dal 2006 spera in una «stabilizzazione». Un diritto.

Decine le vittime della burocrazia, precari ai quali mancherebbero pezzi di storia lavorativa al servizio dell’Ente e delle ex Cooperative sociali collegate.

TEANO (Elio Zanni) – Succede a Teano. Decine di lavoratori occupati negli scorsi anni nell’ente Comune di Teano per lo svolgimento delle attività nel progetto Apu (Attività di pubblica utilità), che risultano oggi dimenticati, evidenti e presenti solo a tratti nell’archivio dati: lavoratori fantasma.

Sono gli operai che terminarono i primi progetti comunali massivi (leggasi «progettoni») concepiti dalla Regione Campania e per i quali le famose «attività di pubblica utilità» furono illusoriamente raffigurate come l’unica reale possibilità di dare speranza alle loro famiglie e avere una vita dignitosa.

Risultato? Oggi pare proprio che nemmeno il Centro per l’impiego, ex ufficio di collocamento, malgrado gli sforzi compiuti finora (perchè le ricerche continuano) da una impiegata capace e di buona volontà, si sia riusciti a ritrovare tutte le tracce del loro passato lavorativo. Il motivo? Si pensa all’assenza per mancata trasmissione di notizie, di dati utili. Non è la prima volta e non è il primo caso in Italia. La procedura prevede, ora, una registrazione ex novo da mette in coda al cosiddetto «Storico» che però, nel caso in questione, presenta paurosi vuoti temporali di attività.

Il pasticcio burocratico potrebbe essere la conseguenza del mix di omesse digitalizzazioni di documenti cartacei, dimenticanze, superficialità a fronte di eventuali buchi di responsabilità, durante e dopo la rotazione di funzionari e impiegati, vertici e nelle posizioni subalterne della macchina amministrativa locale, in un determinato periodo storico.

Non ultimo le fasi precedenti e quelle successive alla travagliata parentesi politico-amministrativa intercorsa tra le dimissioni del sindaco Dino D’Andrea e l’avvento del Commissario prefettizio, il Viceprefetto Vincenzo Lubrano. Quest’ultimo formulò la proposta di scioglimento del Consiglio comunale di Teano, al Ministro dell’interno, il 24 dicembre 2021. E già in quel momento, a cavallo tra il 2021 e il 2022, risulta sia stato sollevato – ma poi non risolto, malgrado gli ordini impartiti per iscritto da Lubrano – il problema dei vuoti di registrazione delle giornate di lavoro per i precari.

Tra D’Andrea e Lubrano oggi è per lo meno plausibile arrivare a pensare (anche se la legge ottimisticamente non contempla questa possibilità…) che qualcuno all’epoca, nei caotici uffici comunali si sia banalmente dimenticato di tramettere all’Agenzia del lavoro le informazioni relative a talune giornate svolte dai precari.

Potrebbero essersi create così le condizioni ideali per seppellire pezzi di storia nei rapporti lavorativi – attenzione – «diretti e indiretti» con l’Ente. E siccome al peggio non c’è mai limite, capita pure che negli stessi anni in cui le banche dati non erano ancora interconnesse e i computer apparivano come il pannello di controllo delle astronavi di Guerre stellari, ai preposti degli Uffici comunali competenti fosse demandato il compito di tenere traccia dei periodi in cui gli operi lavoravano alle dirette dipendenze del Comune o attraverso apposite cooperative di lavoro; pure queste ultime tenute a trasmettere simili dati.

Ed ecco uno dei buchi possibili: l’errata trascrizione e trasmissione all’Agenzia dei soli periodi di lavoro direttamente svolti col Comune. E quindi ora emergerebbe esattamente la metà degli effettivi periodi di lavoro svolti dai precari. Vuoti di «marche previdenziali» in grado di compromettere, sul lungo termine, le legittime speranze di stabilizzazione dei lavoratori precari. Più che possibile, con qualche Coop. sempre al servizio del Comune, finita all’epoca sotto indagine. Una storia triste e dai risvolti oscuri.

La storia di lavoratori come gli ex Apu di Teano, molti dei quali oggi con carichi di famiglia e situazioni di disagio economico evidenti e verificabili. La cosa riguarderebbe una dozzina di lavoratori, ai quali mancherebbero «pezzi di passato». Con qualche esempio limite a Teano che meriterebbe l’apertura di una vera e propria inchiesta, per accertare possibili colpevoli e colpe, ma anche la portata e le stesse lamentate lesioni dei diritti lavoristici dei diretti interessati. 

È il caso, per esempio, di Luigi De Biasio, moglie e tre figli a carico, per il quale non risulterebbero giornate di lavoro a fronte di attività di spazzamento eseguite tra il 2006 e il 2007. Lo stesso lavoratore che, meno di dieci anni dopo, sul modello delle altre nove risorse umane, risulta attivamente utilizzato e integrato tra il 2018 e il 2019 nel «progetto lavoratori di pubblica utilità». Incredibile a dirsi: per De Biasio risulterebbero buchi occupazionali persino durante il progetto Apu.

Apu andò avanti con alterne fortune fino a quando il «miracolo» politico regionale mostrò i suoi limiti. Ai precari non arrivava più nemmeno un centesimo. Iniziò clamorose proteste. Per partecipare alla grande manifestazione a Napoli, il 3 maggio 2019, da Teano partirono molti precari, per sollecitare in coro almeno una proroga presso il governatore regionale, Vincenzo De Luca.

Gli Apu teanesi si ritrovarono in buona compagnia tra i manifestanti delusi dalle stesse effimere esperienze a Napoli, Castellammare, Afragola, Caserta, Ercolano, Portici, Sarno, Angri, Cava de’ Tirreni, Montecorvino Rovella altri comuni delle province campane. Si trattava e si tratta di persone, lavoratori, che per anni hanno prestato servizio direttamente o indirettamente presso gli enti locali. Tutti delusi. E in tanti hanno gettato la spugna.

Ma a Teano De Biasio continua a lottare. Evidentemente in lui c’è ancora un filo di speranza e fiducia nelle Istituzioni. E per questo, di recente, appena lo scorso 31 gennaio 2024, ha prodotto una dichiarazione dando massima diponibilità all’Ente locale e all’Amministrazione retta dal sindaco Giovanni Scoglio. Una lettera con la quale De Biasio ripercorre ancora una volta la sua storia da precario con il comune di Teano: operatore ecologico per 8 mesi nel 2007, partecipante con meriti al progetto Apu tra 2018-2019, tirocinio formativo dal 2021 al 2022. Ma non è finita.

C’è poi la lunga giostra di cooperative operanti al servizio del comune: Nestore, Consorzio di Coop sociali-Onlus del 2012. Koinè Società coop sociale, lavoro a progetto/collaborazione coordinata e continuità a Tempo determinato non definito negli anni 2008, 2009, 2010, 2011, 2013. Non ultima la Copp. «Pollice» servizi ecologici. Cosa faceva? Semplice: manutenzione di strade e scuole, giardinaggio, attività in uffici e biblioteche comunali, lavori in occasione di manifestazioni sportive e culturali. Cose, molte delle quali oggi mancano del tutto o che sono svolte in «camera caritatis» delle ditte che gestiscono il ciclo dei rifiuti.

A cosa è servito tutto questo? A cosa servirà l’ennesimo appello dell’emblema dei lavoratori ex comunali precari di Teano: De Biasio? Sarà raccolto il suo appello? E da chi e quando? Riuscirà l’Ufficio per l’Impiego ad aiutarlo a ricostruire il suo giusto «Storico»? Cosa c’è attualmente di De Biasio nella banca dati dell’Inps? Le speranze di una positiva risoluzione del caso, legate alle residue possibilità occupazionali dirette e indirette dell’Ente, magari con nuovi progetti formativi, non mancano. Toccherà stare a vedere che accade.