Politica

«Servizio mensa scolastica vessato da problemi mai risolti», la denuncia di Camasso. Mamme in protesta. 

La Consigliera di SiAmo Teano, componente della Commissione refezione chiede: provvedimenti.

TEANO (Elio Zanni) «Mensa scolastica? Si fa presto a dire: il servizio è attivo, funziona: punto e basta. In realtà occorre anche valutarne il grado di soddisfazione e la qualità percepita dai diretti fruitori: i piccoli alunni e quindi i genitori».

Sembra evocare una cosa strana e lontana anni luce dall’attualità la Consigliera comunale d’opposizione del gruppo SiAmo Teano Luana Camasso, anche componente della Commissione refezione scolastica. Nel senso che la scuola va avanti da un pezzo e in città non si ode neppure un mugugno. E invece no: c’è del fuoco sotto la cenere della città silente. E stamattina, infatti, è giunta notizia di un gruppo di genitori che si lamentava ad alta voce proprio di problemi legati alla mensa nei pressi di un plesso scolastico. Non parlavano ancora di barricate. Nondimeno rivendicavano margini di miglioramento delle prestazioni accessorie legate al servizio primario: ossia alla fornitura dei pasti.

Insomma, proprio come fa notare Camasso, rispetto alla mensa scolastica le questioni in sospeso «sono a dir poco annose» e nessuno sembra volersene fare veramente carico. «Non gli Uffici più volte interpellati e nemmeno l’Amministrazione comunale lato maggioranza- soggiunge con cipiglio Camasso – più volte compulsata dal nostro gruppo direttamente in sede di Consiglio comunale».

E si tratta di problemi noti da mesi, ma di diciamo pure ormai da un anno. Criticità già evidenziate e che avemmo modo di registrare all’inizio dell’anno scolastico, ossia a marzo 2023 e ma anche a ottobre 2023 e persino a giugno 2024 risultano tutte perfettamente sollevate, arcinote ai quattro venti e mai risolte».

L’elenco delle «ataviche criticità».

C’è persino un elenco, discusso anche in Commissione comunale: «Si va dall’applicazione di una commissione economica ogni qualvolta si procede all’operazione di ricarica per ogni singolo alunno – benché appartenente al medesimo nucleo familiare – alla totale impossibilità, spesso, a effettuare le operazioni di ricarica con alcune carte di credito, per finire col mancato riconoscimento del cliente del suo account».

«Menù unico». La scelta della Commissione può attendere…

La Consigliera è un fiume in piena. «Ci segnalano anche problemi con la richiesta di cambio menù. Ma anche dilemmi di notifica delle assenze del bambino, in modo da evitare di pagare anche per i pasti non consumati… Che dire poi del fatto che le mamme, pur avendo scelto la formula del cosiddetto «menù unico» – noto e controllabile a priori – si ritrovano da mesi ad accettare la soluzione – decisa forse dalla società affidataria del servizio – del «pasto quotidiano» che contempla la possibilità per la ditta di applicare una serie di opzioni».

Qualche domanda diretta. Tutti si chiederanno del reale grado di conoscenza del problema da parte di Giunta e Uffici.

«Su questo stia sereno; come direbbe qualcuno… Più di una volta SiAmo Teano si è fatta carico d’illustrare, con apposite interrogazioni nell’ambito del Civico consesso i problemi mai risolti del servizio refezione scolastica. Solo che c’è una stasi rispetto alle richieste che provengono dalla minoranza. E non parlo solo di SiAmo Teano. Una colpevole disattenzione politica che meriterà, ben presto, un’analisi approfondita e l’adozione d’apposite contromisure. In più, nel Consiglio Comunale dell’11 marzo scorso proprio io ho sollevato nuovamente la problematica esortandone l’immediata risoluzione. Vuole sapere altro?».

Quale sarebbe la mossa giusta per convincere la Ditta affidataria del servizio ad allinearsi alle richieste della Commissione e agli impegni assunti anche quelli aggiuntivi?

«Ho una mia idea ben precisa su questo. Spingeremo per l’applicazione delle penali alla Ditta. Sanzioni previste per questa fattispecie di “inadempienze”. Ma dirò di più e mi riferisco all’Amministrazione comunale in carica e in parallelo agli uffici comunali preposti. Essendo i problemi così vecchi, conosciuti e irrisolti, ci si doveva guardare bene dall’ingaggiare l’uscente fornitrice del servizio, prima con una proroga e poi con un contratto ex novo. Sono tante le cose da rivedere, dunque, anche a rischio di essere tacciati di «eccessiva lamentosità». A partire dalle difficoltà da più parti rimarcate e magari dovute all’assenza di giuste informazioni per un buon utilizzo della App «Ahprofood» necessaria per accedere al servizio».

«Per finire – conclude Camasso – ci si aspetta che si addivenga a un opportuno ritorno – accettando di pagare la relativa commissione bancaria, pur di sollevare i genitori da tanti problemi – all’utilizzo di uno strumento che ha dimostrato invece di funzionare bene come – per esempio – Telemoney che consente di integrare il sistema PagoPA utilizzato dall’Ente».