Impianto rifiuti: mentre città lungimiranti si danno da fare per certificare la qualità dei loro territori e prodotti, Teano rischia di avere il «bollino nero» per l’eternità.
Sulla questione impianto rifiuti speciali a Santa Croce, non è utile cavalcare il «negazionismo interpretativo».
TEANO (Fernando Zanni) – Ormai, la «maggioranza silenziosa» che ha seguito e segue il dibattito dell’impatto sul nostro territorio del grande impianto dei rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, che rappresenta una delle più grandi potenziali sciagure per la nostra Comunità, sa bene qual è il problema: la Sentenza del Consiglio di Stato del 4 aprile 2023 n. 3479, che ha dato torto alla Regione, al Comune e alla Provincia, poteva essere evitata, oppure drasticamente ridimensionata e, quindi, resa più debole, se fosse stato approvato il Puc; Piano urbanistico comunale.
Di più: il Comune avrebbe potuto giocare in attacco, se fosse stato collocato al centro della strategia comunale il divieto (V-16, fattore escludente) di costruire sul nostro territorio un tale impianto, previsto dall’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (Prgrs). Invece, 9 (nove) mesi prima della Sentenza negativa, non sono bastati per approvare il Puc; né sono stati utili 5 (cinque) mesi per rivendicare con la dovuta forza l’applicazione del divieto, come previsto dal Prgrs entrato in vigore il 10 dicembre 2022. Lo abbiamo spiegato con il cucchiaino, più volte. Negare l’evidenza, fa sorgere inutili e, per quanto ci riguarda, improbabili sospetti!
Gli errori fatali del Comune: ammetterli è come somministrarsi un vaccino.
La sottovalutazione delle conseguenze del Puc e quella del Prgrs, sono due errori fatali. Non c’è alcun dubbio, per quanto ci riguarda! Perché insistiamo su questo punto? Non per delegittimare l’Istituzione, per noi sacra, ma semplicemente perché la presa di coscienza degli errori, rappresenta una specie di vaccino intellettuale; genera anticorpi in grado di dare forza alle difese future del Comune e della Comunità.
Lo sperimentiamo tutti i giorni, nelle famiglie, nelle imprese, sul posto di lavoro; ammettere gli errori fa bene. Facciamo un esempio «leggero»: se un chirurgo fa un errore grossolano e fatale, incompatibile con le competenze minime richieste, non può invocare l’unità nazionale dei chirurghi per farla franca.
Similmente, non si può dire «stiamo tutti uniti», immersi negli errori, consapevolmente o meno. Ammettere le responsabilità è, invece, indice di intelligenza e di resipiscenza, a condizione di cambiare immediatamente comportamento e atteggiamenti concreti.
Se, invece, scavi un fossato, accusando a casaccia tutto e tutti, per un po’ puoi reggere il gioco, ma poi le persone si accorgono dell’inganno.
Nel caso dei grandi impianti industriali, puoi all’inizio minimizzare, puoi anestetizzare e alimentare l’indifferenza, paventando per es. l’importanza dei «posti di lavoro», ma quando aumenteranno le patologie nell’areale prossimo all’impianto e nell’Urbe, le persone si incazzeranno. Quando schizzeranno, come succede spesso nei dintorni dei grandi impianti industriali, le statistiche di malattie infantili, le famiglie si domanderanno di chi è la colpa; quando i prodotti agricoli avranno difficoltà sui mercati, allora le valutazioni del «Popolo» cambieranno drasticamente.
Il mutismo dei «partiti» e delle associazioni di categorie.
Alzare la bandiera dell’Unità ex post, può fare gioco oggi, sul breve periodo, perché si «armonizza» bene anche con il mutismo dei partiti e delle Associazioni di categorie, ma non siamo sicuri che andrà bene in futuro.
Chi scrive si è domandato, per esempio, per quale motivo i «partiti politici» locali (PD, F.d.I, F.I.) o quello che rimane di loro, sull’argomento «non masticano una cicca»?
E perché le Associazioni di Categoria, in primis Coldiretti e Cia, sono silenti? Non è forse l’Agricoltura a Teano il primo e più importante settore produttivo? Abbiamo visto ben altro impegno, con la «rivolta dei trattori» partiti anche da Teano.
Sul punto, aspettiamo smentite. Per fortuna, qualcosa si muove oltre Teano. Recentemente il Parlamentare di Europa Verde, l’On. Borrelli, che si è era già distinto con grande lena come Consigliere Regionale della Campania, ha assicurato il suo impegno, con una puntuale dichiarazione su Teanoce.it al giornalista Pietro De Biasio. LEGGI QUI. E sembra che la «questione Gesia, stia suscitando interesse anche da parte del Movimento 5 Stelle (On. Agostino Santillo). Ma dobbiamo sperare solo in interventi di appoggio fuori della nostra città? Per quale motivo?
La mancata trasparenza e il blocco dell’aggiornamento della pagina «Gesia» sul sito comunale è sintomo di capocrazia.
Se vuoi la condivisione, se vuoi che la Città partecipi, se vuoi che contribuisca a strutturare le scelte strategiche, di programmazione e di difesa del territorio dalle incursioni di imprenditori in cerca solo di profitti, allora fai diventare il Comune una «casa di vetro». Che non significa, ovviamente, dire: bussate, se c’è qualcuno vi prende un appuntamento e, poi, se riusciamo a incontrarci, vi dirò cosa ho fatto oppure ho intenzione di fare.
Questa non è trasparenza, ma è «capocrazia» come direbbe il prof. Miche Ainis. Metti, invece, tutta la documentazione sul sito internet, aggiorna le icone settoriali, fai Consigli comunali aperti, regolamenta i referendum comunali, valorizza i sondaggi e le inchieste, ri-attiva il Consiglio Comunale dei Ragazzi, attiva le Consulte sulle scelte strategiche. Avrai dalla tua parte il «cervello collettivo» della Comunità, una risorsa eccezionale per navigare oggi nella complessità e per riposizionare la nostra Città fuori dalla marginalità.
Le proposte della Comunità «Laudato si’»: il Comune nicchia.
Sulla Gesia, la Comunità Laudato Sì-Eco Polis Vulcano di Roccamonfina, dopo l’impegno del Comitato No-IMP, ha dato un contributo straordinario insieme alle altre sei associazioni della Rete, ha esercitato il suo diritto di critica anche radicale, ma ha offerto quattro proposte operative, nessuna delle quali ha per ora trovato accoglimento.
In sintesi, è stato detto che per fare un ricorso al Tar contro il Decreto di autorizzazione alla Gesia, un vero e proprio capitombolo giuridico, avendo una buona probabilità di farcela, occorrerebbe, con immediatezza, rafforzare con competenze professionali in materia di diritto ambientale il pool difensivo del Comune.
Ma sarebbe anche necessario, contestualmente, istituire con Delibera di Giunta un «Osservatorio Civico», con il compito di creare un luogo istituzionale dialogante, per l’eccezionalità dell’evento Gesia, con tutte le categorie economiche, le Associazioni, i cosiddetti «partiti politici», la Chiesa, le altre Istituzioni presenti, gli imprenditori più sensibili. Ma sarebbe stato anche opportuno, mettere, come abbiamo prima accennato, tutta la documentazione della «questione Gesia, a disposizione della Comunità sul sito del Comune.
Per fare solo alcuni esempi. Possiamo sapere con quali argomentazioni il Comune si è difeso innanzi al Consiglio di Stato? Possiamo sapere perché il Comune non ha ritenuto di fare un Ricorso per Cassazione, per abuso di Giurisdizione?
Dare la colpa ai sindaci delle passate amministrazioni, chiudersi a riccio con il proprio «cerchio magico» negli incontri pubblici e non accogliere le proposte dalla Società civile: non predispone niente di buono per la nostra città.
Basta con il mantra che le responsabilità sono solo dei Sindaci delle passate amministrazioni; lo scarica barile a due anni dalla presa del potere non funziona più. Blindarsi negli incontri pubblici, con interventi cervellotici a rullo e con applausi direzionati tipo Grande Fratello, dimostra solo una debole tendenza allo show. Non sarebbe più utile per tutti mettere subito in cantiere le proposte che sono emerse nell’incontro-dibattito del 27 marzo scorso, nel salone dei congressi del Seminario Diocesano? Non è la strada migliore per recuperare credibilità e incisività?