Teano, l‘archeologa Autieri smonta l’impianto rifiuti: «Monnezza vicino alla Pompei sidicina? Inaccettabile!»
É chiarissimo: occorreva e occorre chiedere alle Autorità competenti di valutare l’area del progetto industriale come una zona neutra o di rispetto.
TEANO (Pietro De Biasio) – Nell’incontro dibattito promosso dalla Comunità Laudato sì «Teano EcoPolis Rete del Vulcano di Roccamonfina» per discutere dell’impianto rifiuti della ditta Gesia in località Santa Croce, uno degli interventi più apprezzati è stato quello della prof.ssa Carmen Autieri.
La sua breve ma incisiva esposizione si è concentrata sulle aree archeologiche confinanti con l’impianto di rifiuti pericolosi e non pericolosi per cui la Gesia, il 21 marzo 2024 ha ottenuto l’ok dalla Regione Campania dopo anni di battaglie legali tra conferenze di servizi e ricorsi amministrativi.
L’archeologa sidicina che ha studiato approfonditamente in lungo e in largo la Teanum Sidicinum, ha sottolineato la necessità che le autorità competenti valutino l’area dell’insediamento produttivo come una zona neutra o di rispetto, considerando i contesti storico-archeologici di notevole interesse scoperti attraverso campagne di scavo sistematiche. Tali scoperte hanno comportato vincoli e prescrizioni imposte dalla Soprintendenza, come evidenziato anche dalla Carta Archeologica redatta dalla stessa archeologa per il Piano Urbanistico Comunale.
La prof.ssa Autieri ha altresì richiamato l’attenzione del numeroso pubblico sulle normative del piano paesistico ancora in vigore per il Comune di Teano, che impongono restrizioni significative sugli interventi nelle aree naturalistiche, paesaggistiche e archeologiche. Questi vincoli sono fondamentali per preservare l’integrità del territorio e garantire una corretta valorizzazione del patrimonio storico-archeologico. Un punto cruciale è la mancanza di uno studio archeologico preventivo nell’area dell’impianto che è stato definito senza mezzi termini un «detrattore ambientale».
Tale studio avrebbe dovuto qualificare e stabilire la compatibilità e la fattibilità dell’installazione in questa specifica area: «È fondamentale che le istituzioni competenti comprendano l’importanza di condurre studi archeologici approfonditi in queste aree sensibili, al fine di conciliare lo sviluppo economico con la conservazione del patrimonio culturale. Solo attraverso una visione olistica e una pianificazione attenta sarà possibile garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire, salvaguardando al contempo le testimonianze del nostro glorioso passato».
La profonda conoscenza dell’archeologa sidicina sulla zona e le evidenze storiche in essa contenute indicano che un’indagine preventiva avrebbe permesso di valutare gli eventuali impatti sull’importante patrimonio archeologico presente. Poi aggiunge: «Per la salvaguardia dell’ambiente e nella promozione di un approccio sostenibile alla gestione del territorio, sarebbe ora opportuno la richiesta di un’attenta valutazione archeologica preventiva prima di qualsiasi intervento di sviluppo nell’area del detrattore ambientale che la Gesia vorrebbe realizzare».
La prof.ssa Autieri, dunque, lancia un appello affinché si «ponga maggiore attenzione alla tutela archeologica e paesaggistica» e considerare che questa realtà «può essere volano di economia e che Teano può diventare un polo attrattivo per il turismo considerando le tante bellezze del nostro Paese per renderlo attrattore culturale e turistico».
Ha, infine, efficacemente sottolineato l’importanza della tutela archeologica e rivolgendo uno sguardo all’attenta platea, ha concluso: «È come mettere la monnezza affianco o nelle vicinanze del Parco archeologico di Pompei». L’applauso scaturito da questo paradosso ha sottolineato l’empatia e l’approvazione del pubblico nei confronti delle parole della prof.ssa Autieri. Ciò che ha espresso non può che essere letto come un richiamo alla necessità di considerare il valore intrinseco del patrimonio archeologico e di garantire il suo rispetto e la sua conservazione per le future generazioni.