Omicidio Filadeo, chiuse le indagini sul brigadiere Molinaro di Teano.
Il 47enne fece irruzione nell’hotel dove lavorava la fidanzata, uccidendo il titolare e ferendo lei.
TEANO (Redazione Cronaca TCe) – Secondo la ricostruzione della Procura militare, il 7 marzo 2023, il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Molinaro, 47 anni, di Teano, si è recato all’hotel Nuova Suio di Castelforte, dove lavorava la sua ex compagna, la guardia giurata Miriam Mignano. I due avevano una relazione sentimentale che si era conclusa da poco, e Molinaro non accettava la fine della storia.
All’arrivo all’hotel, Molinaro ha trovato la Mignano in compagnia del direttore dell’albergo, Giovanni Fidaleo. I due stavano parlando in sala d’aspetto, quando Molinaro ha estratto la pistola d’ordinanza e ha sparato quattro colpi, uccidendo Fidaleo e ferendo gravemente la Mignano.
La donna è stata trasportata in ospedale in condizioni critiche, ma è riuscita a sopravvivere. Molinaro è stato arrestato poco dopo il fatto, e da allora si trova in carcere.
La Procura militare a dieci mesi da fatti, il 13 gennaio 2024, ha chiuso le indagini preliminari, formulando quattro capi d’accusa contro Molinaro: omicidio volontario, per aver ucciso Giovanni Fidaleo, tentato omicidio, per aver tentato di uccidere Miriam Mignano, furto del telefono della donna, che Molinaro avrebbe rubato prima di sparare e atti persecutori, per aver molestato e minacciato la Mignano dopo la fine della relazione.
Molinaro, difeso dall’avvocato Paolo Maria Di Napoli, ha venti giorni per presentare una memoria difensiva o richiedere un interrogatorio.
La difesa sta valutando l’ipotesi del processo con rito abbreviato, condizionato a una perizia psichiatrica. Se Molinaro optasse per il rito abbreviato, il processo si terrebbe di fronte a un giudice monocratico, e la pena sarebbe ridotta di un terzo. La perizia psichiatrica, invece, servirebbe a stabilire se Molinaro era in grado di intendere e di volere al momento del fatto.
L’omicidio Fidaleo e il ferimento di Miriam Mignano hanno suscitato grande sdegno nell’opinione pubblica. Il caso ha evidenziato il problema della violenza sulle donne, e la necessità di rafforzare le misure di tutela per le vittime.