«La notte dello Storico Incontro», storia di una Storia umiliata e di una città silente.
Amarcord di una politica e di politici identitari: mai disposti a cedere il passo e il passato per 40 denari.
TEANO (Elio Zanni) – La data del 26 ottobre 2023 è destinata a rimanere nella storia. Non come quella del 1860 sia chiaro, ma come una delle pagine politiche più vergognose mai scritte da un’amministrazione comunale ai danni del suo stesso comune. Una pagina scritta al contrario, che restituisce a chi la legge il sapore della sconfitta e di una triste rinuncia.
Una paginetta di storia nostra di quelle piccole e ignobili di uomini (e donne) che con un patto politicamente scellerato, stretto con i comuni del circondario, decidono – a onta di tutto e per conto di tutti – di rinunciare a un pezzo d’identità collettiva: quello che vede Teano quale unico e solo luogo d’Italia scenario dello Storico Incontro.
Per mano degli amministratori pubblici di maggioranza (e nel silenzio assordante e quindi correo e dei gruppi di minoranza, che così facendo non potranno mai piccarsi d’essere indicati come d’opposizione nemmeno in occasione delle prossime elezioni amministrative locali) si decide con due foglietti di carta scritti al computer e tenuti malamente nascosti ai cittadini non inserendoli per tempo debito sul sito ufficiale degli atti comunali che: «l’Incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II [è] avvenuto nei comuni di Teano e Vairano Patenora il 26 ottobre 1860».
I contratti di prestazione non firmati dal sindaco con la Brigata Bersaglieri Garibaldi.
Nessun valore si vuole qui, invece, attribuire – per quanto riguarda il riferimento all’incontro di Taverna Catena – al contratto stipulato tra l’Ufficio amministrativo della Brigata Bersaglieri Garibaldi e il comune di Teano. E, nessun valore si vuole qui riconoscere nemmeno all’Attestato di buona esecuzione «prestazioni» prodotta dalla Brigata Bersaglieri Garibaldi. Carte in bianco legate comunque alla deliberazione della Giunta comunale N. 120 del 14 dicembre 2023.
Si «osa» disconoscere qui il valore di quei documenti, non solo perché parlano di «Incontro avvenuto a Taverna Catena» e non recano la firma del sindaco di Teano, Giovanni Scoglio, ma anche perché una loro eventuale correzione (che nessuno ha ancora visto) non potrebbe discostarsi di molto dal precedente scellerato accordo tra comuni che sancisce: «l’Incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II [è] avvenuto nei comuni di Teano e Vairano Patenora il 26 ottobre 1860».
Siamo all’affermazione di una insolita «bilocazione» dei due Personaggi della storia ispirata a Padre Pio. Siamo al cospetto, ad avviso di chi scrive (ma per fortuna non solo…), di uno scivolone politico-amministrativo e sociale. E ci si riferisce non certo all’idea di creare un percorso degli eventi garibaldini, il che avrebbe trovato tutti d’accordo ma – si badi bene – esclusivamente l’idea di scrivere quella frase assolutamente infelice e autolesionistica: l’Incontro avvenuto nei comuni di Teano e Vairano Patenora.
Una frase così pesante e esplicita che sta praticamente dicendo a tutti che «lo Storico Incontro da oggi in poi è da considerarsi sia di Teano e che di Vairano».
La Democrazia calpestata dall’arroganza politica dei maggiorenti di turno.
Una frase scritta e sottoscritta senza un minimo preventivo confronto con le ben oltre cinquanta associazioni culturali, ricreative, turistiche, musicali e sportive locali, dalle più grandi e rappresentative come le due Proloco, il Campanile e Cioccolateano, gli Amici del Museo, alle più piccole ma ugualmente dignitose e meritevoli di considerazione.
Associazioni che però, pur essendo state tagliate fuori, calpestate, escluse da scelte che potrebbero aiutare i detrattori di Teano a stravolgerne la storia: tacciono. Mugugnano e balbettano qualche frasetta da qualche parte, timidamente sui social compare qualche timido like sotto un post a difesa dell’Incontro, ma in sostanza, in pratica, fattivamente: tacciono.
Mai trascurare le eccezioni, è una regola aurea del giornalismo. E in questo senso, uno dei pochissimi personaggi pubblici che ha avuto il coraggio di parlare, di esprimere il proprio dissenso rispetto all’operazione «svendita-Incontro» è stato l’ex presidente della Proloco Teano Teanum Sidicinum, Antonio De Simone. Tanto, sia attraverso i suoi social che con una vera e propria serie di dichiarazioni di stampa. (LEGGI QUI).
Sempre per la serie «Sidicini Coraggiosi», qualche giorno prima dell’uscita di De Simone, va giustamente citata la presa di posizione della «Comunità Laudato Sì», espressa dal referente della stessa associazione, Fernando Zanni. Una posizione esplicita già a partire dal titolo dell’intervento sottoscritto dal Gruppo: Teano rinuncia al suo prestigioso brand». (LEGGI QUI).
l’Incontro avvenuto nei comuni di Teano e Vairano Patenora.
Una frase scritta senza un confronto pubblico con gli esperti di storia locale, con i cultori e gli appassionati degli eventi garibaldini; che però anche loro: tacciono. Senza una minima interlocuzione pubblica con coloro che fanno girare il volano dell’economia locale: i rappresentati delle grandi istanze: commercianti, imprenditori, liberi professionisti. Gli stessi che però – anche questo non si può tacere – non mostrano segni evidenti di fastidio e contrarietà e non danno segnali d’indignazione, irritazione e fastidio. Mostrano di non avere nemmeno il coraggio di condividere articoli di stampa come questo. Non metteranno nemmeno un «mi piace». Mugugnano, borbotta, si dicono offesi ma tacciono. Una città silente.
Eppure tutti sanno che è stato sancito un accordo ed è stata scritta una frase gravissima senza un dibattito in Consiliare comunale: il Parlamento della città di Teano. Ma pensateci bene: se in Consiglio comunale non si parla d’identità, d’immagine, di promozione del turismo, di politica e storia di cos’altro si potrebbe e dovrebbe parlare a cos’altro dovrebbe servire? Ecco in che senso chi scrive qui parla di una decisione presa a «tradimento» rispetto a tutti i cittadini rappresentati e non in Consiglio comunale, elettori e non: l’altra fetta della città.
L’altra metà della città, bastonata e silente.
In sostanza non si è tenuto presente il valore di rappresentanza e rappresentatività insita non solo della società civile ma anche dei consiglieri comunali di Minoranza: Marco Zarone, Luana Camasso, Carmine Cataldo, Maria Paola D’Andrea, Daniela Mignacco. Loro rappresentano l’altra metà della città di Teano. C’è stata una discussione preliminare prima di sottoscrivere il patto politico scellerato? Non ci risulta.
In questo senso si può dire che siamo al cospetto di una forma di prevaricazione politico-amministrativa, di un momento di umiliazione del concetto di Democrazia, di un’incredibile sottovalutazione del peso della parola scritta in seno a una pubblica Istituzione e dell’importanza che ha e che assume un Atto comunale.
Che la maggioranza ammetta l’errore, producendo un atto di riparazione; prego.
Tutti possono sbagliare, lo si ammetta dalle parti dalle parti dell’amministrazione in carica capeggiata dal sindaco Scoglio. Sia cancellata con un atto comunale ufficiale e riparatorio quella frase infelice. Ma in Consiglio comunale, davanti a tutti, non sui social. Sarebbe una grande dimostrazione di serietà e maturità. Scoglio e i suoi non possono ritenere che il mandato elettorale ricevuto contenga anche il nullaosta a cambiare o semplicemente imbrattare la Storia.
Questo perché tra le cose calpestate e stracciate c’è tutta la città di Teano nella sua interezza, anche chi non ha voltato, chi non si è recato alle urne. Non solo chi ha votato Scoglio candidato di «Teano in Comune» che raccolse 3560 preferenze, contro i 2893 voti di Fabrizio Zarone di «SiAmo Teano».
Ci solo i diritti democratici dei rappresentanti delle associazioni, quelli politici di rappresentatività e rappresentanza dei nostri consiglieri comunali, dei liberi professionisti che fanno girare il volano dell’economia locale, ma anche le decisioni e le determinazioni delle passate amministrazioni comunali.
E allora, che la maggioranza ammetta l’errore, producendo un atto di riparazione, prego. Anche perché con quell’atto di abdicazione ha smentito il suo stesso operato, le sue stesse decisioni di pochi anni prima, gli atti comunali sanciti dalle precedenti amministrazioni. E il lavoro commissionato dal Comune di Teano e svolto volontariamente e a titolo gratuito da professionisti e storici locali.
Ci si riferisce alla relazione della Commissione comunale, presieduta dal sindaco Raffaele Picierno e costituita dagli storici locali Giuseppe Lacetera, Pasquale Giorgio, Lucio Salvi, Fernando Zanni, Claudio Gliottone, Pasquale Fascitiello.Relazione condensata in unlibro pubblicato a nome del comune di Trano che affronta – prove alla mano – i diversi aspetti del problema: l’oscura vicenda del “Diario del comando in capo” contraffatto da ignoti, il saggio del Capitano Del Bono, l’incontro di Teano ne “L’assedio di Gaeta”, il Promemoria del colonnello Cesare Cesari, il problema cartografico di Monte Santa Croce e l’infortunio della Treccani.
L’operazione Festa dell’Unità, che mette in secondo piano lo Storico Incontro di Teano.
Ecco cosa c’era e cosa c’è dietro le quinte della Festa dell’Unità nazionale del 26 ottobre 2023. Anche questa, la festa, per moltissimi versi fuori dei parametri dello «spazio-tempo» se è vero com’è vero che ci si poteva concentrare sullo Storico Incontro (come invece ha fatto Vairano) e non certo sul processo di unificazione iniziato tra l’altro almeno come data non il 26 ottobre ma il 17 marzo del 1861 con la proclamazione (a Torino) del Regno d’Italia.
Quella frase, quell’atto di abdicazione, capitolazione e rinuncia sottoscritta col malcelato tentativo, forse, di farla passare sotto silenzio, per evitare polemiche. Sarà per questo che sul sito del comune il «documento di capitolazione» non è stato affatto pubblicato assieme al deliberato ma solo molto tempo dopo?
Un nascondimento inutile quanto infantile dal punto di vista mediatico, perché gli altri comuni – com’era facilmente immaginabile – hanno trasformato quel documento, giustamente, in un vessillo subito sventolato su internet tramite i siti confidenti.
Un documento non pubblicato probabilmente con l’idea di diffonderlo e farlo digerire ben dopo il 26 ottobre del 2023, ai cittadini che altrimenti avrebbero potuto reagire in qualche modo. Ma in quale modo? Cittadini sopravvalutati, in questo caso. Lo ritroveremo quel documento, allegato all’atto deliberativo, molto ma molto tempo dopo il fatto compiuto. Come a dire: ora il popolo può leggere, può sapere.
Il ridicolo delle bandiere a scacchi.
Un documento qui definito «politicamente scellerato» [e ci sia consentirà per lo meno il diritto di critica politica] dopo aver servito al popolo il «piattino» dei tre giorni di feste brandendo la bandiera d’Italia. E che bandiere! Bandiere addirittura a scacchi del tipo più adatto per le manifestazioni sportive. Ma che scherziamo?
Anche in questo caso, l’uso della bandiera appare (a scacchi o a strisce che sia) un vessillo fuori luogo, fuori contesto se è vero com’è vero che il Tricolore, quale bandiera nazionale, nasce a Regio Emilia il 7 gennaio del 1797. Ecco la minestra di fatti e accadimenti attaccati tra loro con la saliva, in un composit post-moderno a tratti sgradevole, perfettamente in grado di confondere la testa, forse, anche agli scolari più svegli e avveduti, tra i presenti alle manifestazioni.
Peccato per il silenzio dei fautori del monumento equestre dello Storico Incontro [che personalmente ho sempre sostenuto e sostengo] e non erano e non sono pochi. Parlo del famoso a apprezzato Comitato nella sua interezza, che riuscì a far realizzare il monumento equestre nato dalle mani felici dell’artista Rino Feroce.
Si è avuto il piacere di registrare, in questo senso, almeno la legittima e condivisibile indignazione rispetto alla confusione in atto sull’individuazione del vero luogo della Stretta di mano, in un articolo di stampa scritto e pubblicato sul Il Messaggio Teano da Pasquale Di Benedetto. (LEGGI QUI).
Peccato per il senso vero non colto dai politici contemporanei ne «La notte del Monumento», opuscolo di cui occorrerebbe ricordarsi oggi più di ieri, perché descrivendo gli sforzi profusi nella realizzazione dell’opera e per la collocazione della stessa, tira fuori quei sentimenti patri che nutrono veramente la maggior parte dei teanesi Teanesi che però poi non sanno rivendicare il rispetto di tali sentimento. Patrioti Teanesi ora però drammaticamente silenti. Peccato per i garibaldini sidicini e non sono pochi pure loro, che però stanno zitti lo stesso.
Peccato per i rappresentati dei partiti di destra di Teano che non hanno saputo o non hanno voluto cogliere al volo l’opportunità offerta loro su un piatto d’argento dallo scivolone della maggioranza. L’opportunità era quella di sostenere una tematica forte per la loro parte politica come sarebbe stata in effetti la rivendicazione dello Storico Incontro di Teano. Un tema identitario, di Destra, che avrebbe dovuto spingerli in piazza, in massa, a manifestare in maniera civile ma esattamente nello stesso giorno della festa della svendita dello Storico Incontro. E invece se ne sono stati tutti a casa, muti, silenti. Silenti di un silenzio correo.
Un’occasione perduta, della quale è inutile parlare ancora. I politici di destra a Teano, quelli di qualche decennio fa e oltre non avrebbero certo taciuto. I politici di destra di qualche decennio fa, si sarebbero legati con le catene alle porte della casa comunale il giorno del Festival che umilia l’Incontro, avrebbero scritto agli esponenti dell’attuale Governo nazionale, al Presidente della Repubblica, avrebbero invitati a Teano i loro referenti regionali e nazionali per un contro-corteo civile ma deciso, oltre a organizzare un faccia a faccia in pubblica piazza con i fautori dello scellerato accordo ed estensori della frase da cancellare.
Perché l’abdicazione politica dell’ottobre 2023 rappresenta veramente la notte dello Storico Incontro, uno scippo ai teanesi e la negazione dell’esatto contrario della verità storica. L’opposto di quanto faticosamente fatto in anni non lontani e dai protagonisti di pur recenti amministrazioni comunali; persino non di destra o centrodestra e anzi di contrapposta ideologia. A dimostrazione che di fronte ai beni e ai valori di una città, l’ideologia deve passare in secondo piano. Viene prima l’istinto di conservazione del bene comune, dei segni e dei simboli del nostro Passato della nostra Bandiera e della nostra Storia e poi quella del partito di appartenenza.
Una logica di conservazione applicata nel recente passato. Ricorderanno tutti che già solo alla notizia di una conferenza stampa che si apprestava a tenere l’Enciclopedia Treccani di Roma, nel corso della quale si intendeva ufficializzare la notizia che la città che ha ospitato l’incontro è Vairano Patenora, l’allora sindaco di Teano Raffaele Picierno non indugiò un istante a far sentire la voce della verità.
La lettera del sindaco Raffaele Picierno.
«Apprendiamo da notizie di stampa che codesto Istituto si appresta ad ufficializzare, in una conferenza stampa fissata per il giorno 26 ottobre alle ore 11.30, la tesi secondo la quale l’Incontro tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi sarebbe avvenuto nella località Taverna Catena, in territorio di Vairano, anziché in località Ponte di San Cataldo, in territorio di Teano.
Qualora detta notizia rispondesse al vero, ci preme far presente, con la massima umiltà ma nello stesso tempo con la più assoluta fermezza, che quanto vi apprestate a proclamare in forma solenne rappresenta, a nostro parere, il punto di arrivo di un lavoro storiografico palesemente lacunoso e parziale sia nel metodo che nel merito.
Infatti, sembra del tutto evidente che il convincimento ultimo cui è pervenuto il Vostro Istituto si fondi su alcuni recenti scritti di cosiddetti storici locali (Antuono, Panarello, ecc.) appartenenti o legati territorialmente al tenimento di Vairano e che comunque riprendono e ripetono pedissequamente vecchie tesi già note nella loro inadeguatezza da decenni, ricalcano notizie imprecise se non errate, citano “studi” e ricerche marchiati negativamente dal loro taglio localistico su cui una più accurata ricerca storiografica, a partire da quella del Boragine – questa sì di ben altro spessore – ha tolto ogni crisma di scientificità e fondatezza.
A fronte di una simile situazione, è disponibile in questa Città una notevole mole di documenti, studi, testimonianze – non ultima una recente nota chiarificatrice redatta dalla pronipote di Giuseppe Garibaldi, Anita, sulla base delle informazioni riferitele direttamente dai suoi antenati – che spingono fortemente a collocare nel territorio di Teano l’avvenimento storico del 26 ottobre 1860.
Sembra, pertanto, metodologicamente discutibile il fatto che codesto Istituto sia pervenuto ad una conclusione tanto importante dopo aver esaminato, sostanzialmente, una documentazione di parte e senza aver avvertito l’esigenza di instaurare un confronto tra quest’ultima documentazione e quella ben più vasta e probante di cui la Città di Teano dispone.
Al riguardo, vogliamo soltanto a grandi linea rappresentare quanto è stato acclarato da un “Gruppo di Lavoro” di Teano che nei giorni scorsi si è portato presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito alla ricerca di nuova e decisiva documentazione. Tale ricerca ha consentito, in primo luogo, di accertare l’esistenza, finora messa in discussione dai cosiddetti storici di Vairano, di un documento/promemoria ufficiale redatto nel 1926 dalla Commissione Cesari, stampato presso la tipografia del Senato del Dott. G. Bardi e fornito di timbro dell’Ufficio Storico dello S. M. dell’Esercito, che, dopo un lungo esame di documenti, testimonianze, mappe e quant’altro, così conclude:
«Il Sottoscritto crede di aver dimostrato le ragioni e citate le fonti, per le quali gli è sembrata più accettabile la tesi dell’Incontro a Borgonuovo»
E lo fece con una lettera rivolta all’Istituto per l’Enciclopedia Treccani, al Prof. Giuliano Amato c/o Enciclopedia Treccani di Roma, al Prof. Giuseppe Monsagrati dell’Università La Sapienza di Roma, oltre che alle maggiori testate giornalistiche nazionali.
che al quadrivio della Catena…”. Di estremo interesse è, inoltre, una lunga nota reperita nel relativo faldone intestato a “l’Incontro di Teano”, in cui il Porta, scrivendo al Sottosegretario di Stato alla Guerra Ernesto Mirabelli, accusa il del Bono di aver dichiarato il falso nel famoso “Diario di Guerra” e di avere inoltre cercato di indurre lui stesso a dichiarare il falso circa l’esatto luogo dell’Incontro, ben sapendo che l’Incontro del 26 ottobre non è avvenuto a Taverna della Catena.
Nella nota si trova, tra l’altro, la seguente affermazione: “(il capitano Del Bono,) ha tutto falsato allo scopo che non venisse riconosciuto il fatto del Convegno segreto del 25 ottobre”. Così come rivestono grande rilevanza le dichiarazioni a favore della tesi di Teano, recentemente acquisite, fatte dal testimone oculare Leopoldo Giovannelli, attendente di Garibaldi che la mattina del 26 marciava al suo fianco, e dall’Ammiraglio Persano. E che dire del cronista del “Roma”, il quale in un articolo datato 27 ottobre 1860, fa una dettagliata cronaca dell’avvenimento e cita a chiare lettere il Ponte di San Cataldo come luogo dell’Incontro?
Che dire, ancora, del corrispondente dell’importante rivista inglese, il «London News», che nel dicembre 1860 scrive dell’Incontro avvenuto “nei pressi di Teano”? Questi ed altri interessanti documenti, insieme ad una lunga, ragionata ed equilibrata nota conclusiva dello Stato Maggiore dell’esercito redatta nel 1960 in occasione del centenario dell’Incontro – anch’essa rintracciata dal Gruppo di Lavoro che ha fatto ricerca presso l’Archivio Storico, sono a disposizione Vostra e di quanti volessero approfondire senza condizionamenti di sorta l’argomento.
Gradiremmo, intanto, che della presente nota venisse data lettura nel corso della conferenza stampa che terrete domani 26 ottobre”.
Seguono le firme del Sindaco Ing. Raffaele Picierno e del dott. Giuseppe Lacetera del gruppo di ricerca storica».
Amarcord di una politica e di politici identitari: mai disposti a cedere il passo e il passato per 40 denari, per i soldi necessari per dare vita a una manifestazione, la Festa dell’Unità d’Italia che riduce – anche sui manifesti – a una minuscola immagine il logo, il simbolo e l’importanza dello Storico Incontro di Teano.
Un Consiglio comunale aperto sulla «svendita» dello Storico Incontro.
L’ultima speranza: un pentimento, un ripensamento, l’ammissione dell’errore storico e politico commesso, con un atto istituzionale e ufficiale di riparazione da discutere, scrivere e sottoscrivere in un Consiglio comunale aperto a palazzo San Francesco. Ma chi avrà il coraggio di proporre una simile cosa e soprattutto chi avrà il coraggio di accettare la proposta e poi di farlo? Nessuno. Non accadrà mai. Non lo farà nessuno in questa situazione, in questo stato comatoso di città silente.