Politica

Una Tac a Teano, per Barra il sindaco Scoglio millanterebbe meriti tutti da dimostrare. La sfida: «Fuori le prove».

I dubbi dell’ex Presidente del Consiglio comunale sui proclami di maggioranza: «Può bastare la parola di un politico per smuovere simili capitali?».

TEANO (Carlo Cosma Barra) – Chi la dura la vince! Si, si fa presto a dirlo. E, soprattutto dipende cosa! Cosa abbiamo vinto? Sicuramente l’ennesima dose di banalità.  

Ricordate il Monaldi dell’Alto Casertano? La storia del pronto soccorso e i vari poli specialistici di cui si parlava, anche a livello locale, all’indomani della pandemia? Tutti annunci figli di una medesima scuola politica.

Troppo spesso si pretende di buttare l’esca e che tutti i pesci abbocchino. Dopo opere finanziabili ma senza finanziamento, dopo la riqualificazione degli spazi verdi della Collina di Sant’Antonio senza verde, dopo il benservito all’eroe dei due mondi e dopo i progetti senza progetto, Teano avrà il servizio Tac e la radiologia grazie all’incessante lavoro dell’amministrazione comunale.

Ma quale è questo incessante lavoro? Nessuno lo dice.

Ci sia consentita a tal proposito una prima divagazione: e meno male che non dovevano essere fatti proclami! Ma sarà poi vero? Cosa può avere fatto l’amministrazione sidicina per stimolare l’attribuzione dei preziosi macchinari? Quale portone sarà stato bussato, quali trasferte faticose saranno state sostenute e soprattutto quale atto ufficiale sarà stato realizzato per convincere chi di dovere? Ma poi chi sarebbe il “chi di dovere”? Può bastare la buona parola di un politico per smuovere i capitali necessari per l’acquisto di attrezzature diagnostiche all’avanguardia?

Nonostante gli “sbattimenti” del post, però, i fatti sembrerebbero essere ben diversi da quanto raccontato.

Basta avere un poco di memoria storica insomma, senza scomodare un articolo di qualche tempo fa in cui un’altra parte politica preannunciava la notizia. Come prima cosa va ricordato che il servizio di radiologia era già attivo presso l’Asl che sorge sulle ceneri dell’ex nosocomio sidicino e allo stato, indipendentemente dall’arrivo delle nuove apparecchiature, è interrotto per l’assenza di organico sanitario(!!).

Fatta questa premessa e passando alle operazioni di ammodernamento e implementazione tecnologia basti ricordare che tutto nasce all’indomani di un progetto di potenziamento della rete diagnostica territoriale intrapreso dall’Asl con l’allora Direttore generale Ferdinando Russo nel 2020 e poi proseguito dalla dirigenza sanitaria che fa capo al Dott. Amedeo Blasotti

L’investimento tecnologico sarebbe stato finanziato, infatti, con le risorse del Pnrr Missione 6 «Salute» e da altri fondi comunitari per un ammontare complessivo di circa 70 ml di euro, con l’ausilio specifico, visto l’aumento dei prezzi legati all’edilizia del Fondo Opere indifferibili del Ministero dell’economia.

Un progetto insomma intrapreso ben prima di qualunque vagito dell’attuale amministrazione e pensato per adeguare le strutture territoriali agli standard qualitativi del D.M n. 77 del 2022. Nelle intenzioni dell’Asl, infatti, si sarebbero dovuti realizzare 4 poli diagnostici per immagine avanzati presso le strutture territoriali dell’Asl Caserta con Tac, Radiologia, ecografia e senologia, con la finalità di alleggerire il pressante carico destinato altrimenti al patrimonio sanitario privato.

«Ma chi sono io, babbo Natale?» É arrivata una Tac anche a San Felice a Cancello.

E così per procedere a tanto venivano individuati gli ex presidi ospedalieri di Teano, quello di Capua, San Felice a Cancello a cui si sarebbe poi aggiunto Mondragone, senza dimenticare l’operazione di arricchimento della rete sanitaria che vedrà concedere ad esempio a Roccamonfina o Roccaromana altri presidi sanitari. Oggi, al netto di qualunque interesse della nostra amministrazione, anche San Felice a Cancello ha ricevuto identica dotazione a cui faranno seguito le attribuzioni (identiche) previste per Capua e Mondragone.

Il «mistero buffo» delle porte bussate.

A questo punto nasce spontanea una considerazione: se l’amministrazione sidicina si è interessata della propria struttura, anche gli altri governi cittadini hanno fatto altrettanto con la medesima metodica? Tutti hanno bussato alle stesse porte ed ottenuto la medesima cosa? C’è stato insomma un interessamento generalizzato o assistiamo al solito perdurante vizio dei politici di assoggettare a sé anche operazioni che sfuggono al proprio dominio?

Sembrerà strano, ma le cose a volte vengono fatte anche senza intercessione politica e per i motivi più svariati, anche banali, magari di semplice programmazione sanitaria dopo tanti anni di vacche magre; senza scomodare questo o quel padrino politico. Oggi, insomma, si è ripreso a programmare e spendere grazie alle risorse messe in campo dai Pnrr, piano nazionale di ripresa e resilienza.

E forse effettivamente le cose sono andate così. Rallegriamocene compostamente. Ora però conseguito il prezioso patrimonio tecnologico viene la vera sfida, ovvero quella di consentire finalmente al servizio istituito o già presente, importa poco, di funzionare mediante il distacco di personale qualificato… e qui, sì che è richiesto l’intervento serio ed autorevole dell’amministrazione sidicina che per questa voce viene sollecitato.