Stipendi arretrati, gli operatori ecologici: «Ci rivolgeremo alla Guardia di Finanza»
Le spettanze: luglio e agosto. Un accorso prevede che a pagare sia il Comune, che però vorrebbe i listini paga. Ma spuntano problemi di privacy.
TEANO (Elio Zanni) – Sull’orlo della disperazione gli operatori ecologici del cantiere di Teano. Ancora non hanno ricevuto lo stipendio del primo mese di lavoro con Pianeta Ambiente (che però è in arrivo), ma soprattutto attendono la liquidazione e due spettanze arretrate dal loro precedente datore di lavoro.
E stiamo parlando delle retribuzioni di luglio e agosto 2023 dovute ai lavoratori dalla «Esi, ecologia e servizi Italia Srl» con sede legale a Scafati (SA) e sede amministrativa a Gricignano di Aversa. La società ha lasciato il cantiere Teano a fine agosto 2023.
Ma chi deve pagare queste benedette spettanze? Stando al recente accordo stipulato nella stanza del sindaco di Teano tra tutti i soggetti interessati: dovrebbe essere l’Ente sidicino a pagare.
Ma con quali soldi? Anche questo pareva risolto: con una parte delle quote mensili mai versate dal comune alla stessa Esi. Quote non pagate in ragione di una serie di disservizi registrati dal comune e tradotti in contestazioni. Contestazioni rispetto alle quali non sarebbero state fornite giustificazioni ritenute valide.
L’assemblea degli interessati si concluse affidando al Responsabile dell’ufficio tecnico, Fulvio Russo, la responsabilità del procedimento e la sua conclusione.
Ma ecco l’intoppo: pare che per Russo non sia valido e comunque non sia sufficiente il semplice listato delle cifre che rappresenterebbero il netto dovuto ai 19 lavoratori ex Esi, per stabilire gli importi delle spettanze arretrate. Russo, «vorrebbe – come riferiscono gli interessati – le copie conformi dei listini paga.
Listini o buste paga che, per il fatto di contenere diversi dati sensibili e personali, la Esi indugia e ha evitato, finora, dal consegnare a Russo, per questioni di privacy. In verità, ci sarebbero molti altri modi legali per traferire tali dati, lo sanno bene i legali che si occupano di questioni lavoristiche nei casi di passaggi di cantiere.
È un tiro alla fune. Un gioco al massacro e a chi tira fuori più cavilli e burocrazia con in mezzo, stritolati, i diritti dei lavoratori. Le uniche vittime di queste incertezze, ritardi, impreparazione e disinformazione. Gli operatori.
Persone, molte delle quali con carichi di famiglia i quali sfiduciati e stanchi, anche dall’esito del recente incontro e dal patto stipulato in comune – presenti anche i sindacati – l’altro giorno hanno incolonnato i mezzi di lavoro lungo via Roma – alias via Duomo – e dopo un ulteriore colloquio, ritenuto «lungo e improduttivo» con il Rup Russo hanno deciso: entro martedì 10 ottobre 2023 porteranno a conoscenza dei fatti «la Procura della Repubblica la Guardia di Finanza». Che vergogna.