«Orto botanico» in degrado, comune distratto e associazione affidataria che: non si muove più
Urge intervenire per salvare il sito allestito con le consulenze dell’archeologo Raimondi e dal bootanico Croce
TEANO (Elio Zanni) – Sarà una questione di abitudine, oppure, forse, colpa del troppo caldo di questo luglio infermale, ma ormai la gente, i passanti, i cittadini – anche i più attenti – appaiono apatici, sudaticci e troppo distratti, per nulla scandalizzati: nemmeno di fronte alle più evidenti mostruosità.
Un esempio: Teano aveva, fino a qualche anno fa, un Orto Botanico ben curato, visitato dalle scolaresche, dotato di «cartelloni parlanti» insomma un luogo in grado di diventare esempio per tutti gli altri comuni del circondario.
Teano aveva un luogo dove venivano coltivate piante rare, strane, molto interessanti per la ricerca scientifica e per l’insegnamento, la didattica e soprattutto per seminare nei visitatori l’amore e il rispetto per la natura.
Non solo. La particolarità di quel luogo, abbarbicato su delle antiche mura, è la fusione tra storia e natura, l’interesse archeologico e la botanica si fondono in un unico piccolo ma significativo sito.
Ebbene, ora, lo stesso Orto botanico sidicino risulta occultato, umiliato e distrutto dall’ignoranza di chi non sa cosa ha perso, come sulla scorta dal disinteresse di chi non ne percepisce il valore e il significato.
L’incuria del comune – perchè volendo può benissimo sopperire alle mancate cure degli affidatari – mette in luce, al primo sguardo, un totale incomprensibile disinteresse verso l’Orto sidicino degli odori che si è presto trasformato in un groviglio impenetrabile di rovi e cosiddette erbacce.
A fare da corollario all’ingresso regolarmente sbarrato del sito provvedono rifiuti di vario genere e natura, dall’indifferenziato agli ingombranti la cui quantità e genere è demandata solo alla schizofrenica fantasia dei residenti del quartiere Borgo Sant’Antonio Abate di passanti lancia-sacchetti senza scrupoli.
Il degrado si accentua di mese in mese e non può essere diversamente dal momento che, fino a pochi anni fa c’era un’associazione a curare l’Orto, anche nel senso di vigilare che l’accesso e i percorsi interni fossero sempre dignitosi e liberi da rovi ed erbacce. Ad indicarlo è sempre il «cartellone parlante» che stavolta funge da onesto delatore: «Area curata dall’associazione Teano in Movimento». Peccato però che ora l’associazione, evidentemente, non si muove più.
Ci si servì, per far partire il sito anche delle consulenze di due sidicini all’altezza della situazione: l’archeologo Danilo Raimondi e il bootanico Antonio Croce.
Ora, solo un intervento urgente e poi anche un programma di manutenzione del verde pubblico o un nuovo affidamento possono salvare il sito allestito a suo tempo, con l’amministrazione del sindaco Nicola Di Benedetto. Fu un’azione provvida. Tanto che l’associazione affidataria annunciò dai suoi social: «Finalmente, con la delibera di Giunta comunale 151 del 16 agosto 2016, l’area della domus viene inserita nel progetto dell’Orto botanico diffuso di Teanum Tidicinum».
Ora tutto sembra essersi pietrificato, ma la cosa più dura da constatare non è tanto l’incuria del comune (alla quale per molti versi troppi cittadini hanno fatto il callo) ma che ai legittimi annunci di soddisfazione gli artefici di questo piccolo miracolo sidicino non si siano sostituite le proteste, le richieste di provvedimenti risolutivi a fronte di una incomprensibile rinuncia di fatto alla cura del sito.