Politica

Consiglio comunale, la minoranza denuncia: «scarsa sensibilità democratica del presidente Tammaro»   

«Il nostro ruolo svilito, non ci si degna nemmeno di una risposta: questa è arroganza politica»   

TEANO – Marco Zarone: «Questo Consiglio comunale è irregolare: perché doveva essere convocato in sessione ordinaria, in quanto prevede l’approvazione di atti del Bilancio di previsione».  Daniela Mignacco: «Questa seduta di Consiglio è irregolare: perché le proposte di delibere non sono corredate dai necessari pareri tecnici e finanziari». Maria Paola D’Andrea: «Questa seduta di Consiglio è irregolare: per il mancato rispetto delle norme prefissate dal Testo unico enti locali, dallo Statuto comunale e dal Regolamento di contabilità nella formazione e preparazione dei documenti, oltre che per la carenza di atti a corredo delle proposte».

Una valanga di osservazioni ma: niente da fare. Proprio come se le opinioni dei Gruppi di minoranza – l’altra metà di Teano presente nel Palazzo con regolare mandato elettorale – non fossero altro che aria fritta, la maggioranza del sindaco Giovanni Scoglio col consenso del presidente Pasqualino Tammaro, è andata avanti a rullo compressore. Messi da parte i dubbi di legittimità (leggasi: pregiudiziali) e senza la «fastidiosa» presenza di Zarone, Nino Cataldo, Luana Camasso, D’Andrea e Mignacco (che ha lasciato l’aula per ultima, dopo altri inutili tentativi di dialogo) sono stati approvati tutti i punti all’Ordine del giorno.  

Proprio così, in una delle giornate più calde di questa estate, in un orario non proprio favorevole, le 16.30, di sabato pomeriggio, 22 luglio 2023, si è tenuto il Consiglio comunale con ben dieci punti iscritti all’Ordine del Giorno. Si è avuto come una sensazione, il sentore che la maggioranza Scoglio avesse previsto l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione; o che ne fossero tutti in qualche modo informati…

Sarà stato per questo che, fatta eccezione che per l’assessore esterno Maddalena Bovenzi, i consiglieri erano tutti presenti. Presente anche il sindaco, che ha fatto prevalere il suo senso di responsabilità al lutto che lo aveva colpito qualche ora prima: la scomparsa della suocera; persona eccezionale.

Aperti i lavori, la minoranza consiliare ha subito posto una serie di «pregiudiziali» circa la regolarità della convocazione sostenendo che si sarebbe dovuta convocare una sessione ordinaria, anziché straordinaria, in quanto bisognava approvare atti afferenti il Bilancio di previsione. 

Nonostante le eccezioni sollevate dal gruppo «Siamo Teano» e dalla consigliera Mignacco che li invitava al rispetto dello Statuto e del regolamento di contabilità dell’Ente, il presidente ha ritenuto regolare la sua convocazione in seduta straordinaria e la maggioranza ha bocciato le pregiudiziali della minoranza. «Pregiudiziali» che – va detto per chiarezza espositiva – non sono affatto «aria fritta» ma sempre e comunque delle analisi dell’esistenza delle condizioni necessarie per il regolare svolgimento di una seduta.

Stessa sorte per le pregiudiziali che sono state poste circa la mancata convocazione della Commissione consiliare. Infatti, anche in questo caso la maggioranza, senza replicare alle contestazioni, si è meccanicamente limitata a bocciare per alzata di mano. Nel corso di questa prima fase di «discussione» tra i gruppi la consigliera Mignacco ha fatto sentire la sua voce ribadendo come la maggioranza si mostri «sempre chiusa nei confronti delle proposte e delle eccezioni sollevate dalla minoranza».

In particolar modo la consigliera faceva notare che le proposte di delibere che le erano state inviate mezzo Pec non erano corredate dai necessari pareri tecnici e finanziari.

Anche in questo caso, nonostante il presidente Tammaro avesse ammesso che alla consigliera non erano state trasmesse le proposte complete di pareri in quanto «la dipendente dell’Ufficio segreteria non riusciva a caricarle correttamente per inviarle mezzo Pec», la maggioranza (e lo stesso presidente) hanno bocciato la pregiudiziale della consigliera.

Più tardi, dopo aver discusso alcuni atti di transazione è stata la volta della pregiudiziale della consigliera D’Andrea che ha tenuto la maggioranza in ascolto per oltre venti imbarazzanti minuti. 

Molteplici le eccezioni sollevate dalla consigliera D’Andrea che ha chiesto il rinvio di ben sette punti sui dieci iscritti all’ordine del giorno. Neppure in questo caso, la maggioranza ha ritenuto di dover intervenire per replicare alla consigliera.

Senza batter ciglio, automaticamente, senza un minimo di discussione, la granitica maggioranza Sciglio ha bocciato a prescindere anche questa pregiudiziale. Un atteggiamento sicuramente irritante, fastidioso, per i gruppi di minoranza che, come sostenuto pubblicamente dalla stessa D’Andrea: «Sono stati relegati a semplice ruolo di alzamani».

La maggioranza di ieri è apparsa compatta, decisa, determinata ad andare avanti senza «curarsi» della minoranza.

Anche Il presidente del consiglio, Tammaro, che dovrebbe svolgere un ruolo terzo, garante della regolarità del Consiglio e del rispetto delle prerogative di tutti, ha votato contro le pregiudiziali della minoranza. Tammaro, avrebbe così perduto la sua terzietà schierandosi sfacciatamente con la maggioranza. Una certa etica politica avrebbe invece dovuto suggerirgli, in fase di volto, perlomeno l’astensione.

Colpa del caldo, colpa della stanchezza per il duro lavoro dopo un anno, la maggioranza ha preferito proseguire nella stessa direzione: bocciare, bocciare e andare avanti, senza dare troppe spiegazioni.  È per questo che, prima il gruppo «SiAmo Teano» e poi la consigliera Mignacco hanno abbandonato l’aula.

Il Presidente, che poco prima era stato invitato dalla consigliera D’Andrea a convocare la Conferenza dei capigruppo prima di fissare un nuovo consiglio, chiusi i lavori consiliari, ha invece convocato il Consiglio per l’approvazione del Bilancio di previsione.  

L’invito della minoranza è caduto nel dimenticatoio e il Presidente, ancora una volta, non ha ritenuto opportuno coinvolgere la minoranza nell’organizzazione dei lavori consiliari. salvo poi proporre, dietro insistenze, un incontro postumo e quindi tardivo.

Che dire, Tammaro, nell’appiccicoso e sudato Consiglio di sabato scorso, a giudizio politico unanime della svilita minoranza stavolta sarà apparso come un perfetto esecutore degli ordini di scuderia, piuttosto che l’imparziale garante di tutte le forze politiche e sociali in campo e delle rispettive ragioni.