Sosta selvaggia a Teano, automobilisti occupano spazi «irregolari» per disabili
Vigili urbani con le mani legate. Potrebbero elevare multe da 672 euro ma i divieti risultano incompleti
TEANO (Elio Zanni) – Sosta selvaggia a Teano: gli automobilisti occupano «in pianta stabile» gli spazi indicati come «riservati ai disabili». Lamentele, segnalazioni e denunce di tal genere, per continue presunte infrazioni del codice della strada, sono giunte a questo giornale; ma sarebbero anche già state rivolte alla Polizia Municipale e ai Carabinieri di Teano.
I disabili, nei fatti, rivendicano un sacrosanto diritto, riconosciuto dal codice della strada. Questo è fuori discussione. Il fatto è che dimenticano spesso e involontariamente di trovarsi a Teano, deve gli stalli a loro riservati in molti casi sono inficiati, screditati, resi nulli dall’assenza di segnaletica orizzontale e dalla mancanza dello spazio utile per le eventuali carrozzine.
Insomma, come per tutti gli altri cittadini, che lamentano disservizi comunali di vario genere, anche i possessori dei tagliandi per la sosta dei portatori di disabilità, ingannati, in questo caso dai segnali di divieto irregolari, si fanno solo il sangue amaro.
La Polizia municipale ha le mani legate, non può multare quando gli stalli sono irregolari, da ridisegnare o addirittura da cancellare. La sanzione sarebbe facilmente impugnabile, subito e da chiunque sarebbe dichiarata: nulla. Così si naviga a vista, in attesa di soluzioni che non arrivano mai. E si moltiplicano i reclami.
«Spesso mi trova nella necessità di acquistare presidi medicali nel negozio specializzato – ci riferisce, per esempio, A.P. dotato dell’apposito tagliando che però spesso non può utilizzare – oppure avrei semplicemente necessità di recarmi in farmacia o accedere agli altri negozi del quartiere. E invece, c’è sempre qualche furbetto che utilizzalo gli spazi a noi riservati per fini personali».
Per dovere di cronaca va precisato che la Polizia municipale sarebbe già intervenuta nella zona rossa; via Gramsci. Tanto, però, con risultati non proprio consolatori o risolutivi agli occhi dei disabili. Questo perché i caschi bianchi si sarebbero visti costretti a gettare la spugna di fronte a un segnale verticale priva però della corrispondente indicazione orizzontale. Con uno simile stato delle cose si potrebbe pensare che il divieto possa essere valido e riferirsi a tutti gli spazi esistenti (disegnati e non) lungo la carreggiata e che ogni angolo di via Gramsci sia riservata ai disabili. Ma non è affatto così. É anche evidente la totale assenza di un adeguato spazio laterale. Un vero inganno per i disabili, e una situazione della quale molti automobilisti approfittano piazzando le loro vetture nella certezza di non essere sanzionati.
Rimarrebbe solo la buona volontà e la coscienza civica degli automobilisti, ma trattasi di doti morali notoriamente troppo rare, quando non del tutto assenti nei più, per poterci contare. Dunque, il problema c’è e andrebbe affrontato e risolto alla radice. La questione dovrebbe far parte di un Piano comunale di riordino totale dei parcheggi. Ma attendere gli impassibili tempi lunghi della burocrazia comunale corrisponderebbe a fare un altro torto ai portatori di handicap o di qualsiasi altra forma di limitazione fisica.
Il problema, in via del tutto prioritaria, se non affrontato dalla maggioranza del sindaco Giovanni Scoglio, dovrebbe essere perlomeno posto all’attenzione del Consiglio comunale dalle forze di minoranza. Ci sono ben due gruppi consiliari che potrebbero farsene carico. Non solo «SiaMo Teano», con a capo Marco Zarone, ma anche Daniela Mignacco e poi Maria Paola D’Andre che pur appartenendo in maniera naturale a SiaMo Teano potrebbe benissimo, volendo, porre la questione con una iniziativa del tutto autonoma.
E va bene, bisogna ammetterlo, da lontano s’intravede la traballante sagoma della grande operazione detta «Piano parcheggi sidicini», ma da vicino la realtà è diversa. I disagi sono troppi e troppo gravi per essere messi nel dimenticatoio in attesa delle risoluzione dei signori tecnici, degli amministratori e della burocrazia. Si spera allora in un sussulto di coscienza della politica locale. I disabili non possono attendere. Fate presto.