Rifiuti, diktat dal Consiglio comunale: «No all’impianto o sarà mobilitazione»
E il capogruppo di minoranza Zarone alza la posta: «Andiamo tutti sotto il palazzo della Regione, dove si decide del futuro della nostra città»
TEANO – (Elio Zanni) – Ordine del giorno della seduta straordinaria di Consiglio comunale di ieri sera: «Atto d’indirizzo politico di contrarietà alla realizzazione di un impianto di rifiuti pericoloso e non pericolosi in località Santa Croce di Teano». La scena: amministrazione comunale al completo ma degli onorevoli invitati: nemmeno l’ombra.
Eppure i nomi volati via web erano tanti: parlamentari, onorevoli regionali e provinciali. Pare che però tutti avessero qualcosa di più urgente da fare. Chi lamentando «tempi troppo ristretti per poter intervenire» e chi addirittura dichiarando (a questo giornale) di «non essere stato affatto invitato, ovvero di non esserne a conoscenza». Nondimeno, cautelativamente («potrebbero sempre tornare utili», avrà pensato) un quanto mai diplomatico sindaco, Giovanni Scoglio, ha firmato per loro una giustifica massiva. «Non sono potuti venire – ha detto – ma garantisco che tutte le autorità politiche che avevano invitato ci hanno fatto giungere i loro saluti e la disponibilità a esserci vicini in una battaglia tanto difficile».
Se il rischio era quello di una possibile «passerella politica» come la definirà poi, a sipario abbassato, la consigliera di opposizione Luana Camasso, ebbene il pericolo può dirsi scampato. Il Consiglio si è tenuto lo stesso. E se a qualcuno, memore di quanto già visto dalle passate amministrazioni, può essere parso solo un «dejà vu» per l’intero civico consesso e per i membri dei comitati lotta – No Imp e Rete civica – è stato invece un momento unificante, foriero di una serie d’impegni pubblicamente assunti. Persino quello di una mobilitazione generale col gonfalone del Comune.
Dal cassetto delle interrogazioni e interpellanze è saltato fuori il Gal (Gruppo di azione locale) della via Francigena e quindi Scoglio ha tirato fuori il piatto forte della serata: il diniego all’impianto.
«Credevamo di aver superato il problema impianto – ha detto Scoglio – e invece una recente sentenza del Consiglio di Stato ha riaperto la possibilità all’arrivo di rifiuti speciali dalle nostre parte presso l’area ex Isolmer. Zona che è stata oggetto di uno dei più grandi equivoci di tutta la questa storia. Si, perché all’epoca dell’insediamento dell’Isolmer l’ufficio tecnico di questo comune commise un fatele errore che ci costringe oggi a una lunga battaglia legale per rivendicare la vera natura di quell’area che è di natura agricola e non industriale. Pertanto, come hanno fatto le precedenti amministrazioni anche noi prediamo posizione e chiediamo che venga manifestato il nostro forte diniego del progetto presentato da Gesia. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali dice che nelle aree a forte vocazione naturalistica, come la nostra, non possono essere previsto impianti del genere. Istituendo così un vincolo specifico di contrarietà all’insediamento . Ci tengo a ribadire che questo Consiglio non ha alcuna intenzione di dichiarare d’interesse pubblico quello che temiamo essere un impianto di nessun interesse per la comunità. Si precisa, inoltre, che non si addivenga a nessuna deroga all’attuale strumento urbanistico vigente».
Un momento di silenzio e poi raffica di interventi finali. L’assessore Marco Matano ha ricordato il «principio di prossimità» stabilito dalle leggi in materia per cui «non è ammissibile è che Teano debba ospitare rifiuti industriali prodotti in zone e località lontane». Accesissimo il consigliere di maggioranza e capogruppo Massimiliano Stefano che è andato a definire la vicenda: «Una lotta che si vince solo se viene portata vanti come battaglia del territorio, attraverso la costituzione di un tavolo permanente».
Niente da fare per la proposta del consigliere Marco Zarone di far inserire nell’atto di indirizzo un impegno a portare a compimento al più presto la questione Puc; Piano urbanistico comunale del quale però ci sarebbe chi si stia occupando di verificarne le carenze documentali. Mentre il consigliere Guido Zanni, ricordando un articolo di stampa ha sottolineato come: «Ormai questa storia, di cui si parla dal 2016, è diventata un supplizio. È il momento di unire le forze e risolvere questo problema».
Interessante il confronto finale sulla prospettiva di una mobilitazione. Scoglio si è augurato che «in caso di mobilitazione, pacifica, per difendere l’interesse primario di questa città nessuno vorrà fare mancare la sua presenza». Il capogruppo di minoranza Zarone ha colto la palla al balzo rilanciando e anzi alzando la posta. «Mobilitazione? Mi sta bene. Mi associo – ha soggiunto Zarone – magari andando proprio sotto la Regione che è l’organo deputato ad adottare l’ultimo provvedimento che rappresenterebbe la fine di questo iter procedurale».Approvazione all’unanimità del «No» all’impianto, dunque, da Stefàno ai capigruppo di minoranza Zarone e Daniela Mignacco.
Non sarà la chiave di volta del problema ma perlomeno ora No Imp, Comitato associazioni e Amministrazione comunale costituisco, di fatto un unico fronte.