Operatori ecologici senza stipendio da tre mesi, raccolta rifiuti a scartamento ridotto
Il rosso profondo delle casse comunali «inguaia» anche la società del ciclo di smaltimento rifiuti
TEANO (Alessandro Lepre) – In piena agitazione gli operatori ecologici del cantiere sidicino, senza stipendio da tre mesi. Il risultato: il borgo medioevale e moltissime frazioni piene di rifiuti non raccolti. Tra le zone maggiormente colpite: via 26 ottobre, Orto Ceraso, Santa Caterina e quindi largo Giardino e vico II San Lazzaro e poi le frazioni Fontanelle, San Giuliano, Santa Maria Versano ed altre ancora.
«E questo non è niente, non si tratta di un vero e proprio sciopero, che però è in arrivo se dovesse persistere il problema», riferiscono i diretti interessati ormai giusti al limite della sopportazione. Quello che verrebbe riferito o fatto loro capire è che si tratta delle conseguenze di mancati versamenti contabili a favore della ditta da parte del comune di Teano.
In pratica: il comune non paga, o non paga nei tempi previsti e la ditta, a sua volta, non paga i dipendenti. Nel caso specifico si tratta della «Esi, ecologia e servizi Italia srl» con sede legale a Scafati (SA) e sede amministrativa a Gricignano di Aversa.
Gli operatori lamento la mancata liquidazione di due spettanze che tra quale giorno diventeranno tre, ossia marzo, aprile e maggio 2023. Per i ben diciannove (19) dipendenti (e rispettive famiglie) del cantiere gestito dal coordinatore di zona, il sindacato di categoria, rappresentato da Antonio Roccolano, ha già provveduto ad aprire la cosiddetta «procedura di raffreddamento» con successiva proclamazione dello stato di agitazione.
Si tratta, in realtà di un tentativo di conciliazione delle controversie da espletare obbligatoriamente prima della proclamazione dello sciopero vero e proprio. A quel punto tutta la città e le sue diciassette frazioni rimarrebbero senza raccolta differenziata.
Come si è giunto a questo? Il fatto è che la cronica mancanza di liquidità da parte del comune di Teano è giunta a un livello tale da mettere in difficoltà persino le ditte incaricate di svolgere i vari servizi pubblici. Anche se bisogna dire la società incaricata della raccolta differenziata, per il principio di compensazione, potrebbe e dovrebbe attingere risorse dai versamenti che gli giungono dagli altri comuni gestiti.